Allevamento di visoni distrutto dal fuoco, il titolare: "Attentato degli animalisti"

Le fiamme hanno devastato il magazzino e gli uffici. In salvo i 2.500 animali. 
Il rogo (foto Pòrcile)
Il rogo (foto Pòrcile)

SCORZÈ. Sono rimasti in piedi gli scheletri della struttura e degli attrezzi. Tutto è finito in cenere, mentre i 2.500 visoni non sono stati toccati. Uno dei due maremmani a guardia dell’allevamento, un giovane maschio, è sparito, la femmina è scappata ma ha fatto rientro in via Tosatti a Rio San Martino. Qui, mercoledì sera sono stati distrutti dalle fiamme il magazzino e l’ufficio dell’area gestita da Michele Caccaro, un 45enne di Villa del Conte (Padova), già vittima di episodi simili in passato. Nessun dubbio sulla natura dolosa: sono stati trovati dei candelotti incendiari e chi ha colpito non si è avvicinato alle gabbie.



«Questo è terrorismo, è chiaro che dietro ci sono gli animalisti», dice Caccaro, guardandosi attorno e facendo una stima di 150-200 mila euro di danni. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di scorzè, i vigili del fuoco anche con il suo Nucleo investigativo anticendi territoriale (Niat). La vicenda dell’altro ieri parte da lontano; Caccaro è stato vittima di altri episodi uguali e, per evitarne di ulteriori, ha scelto di dormire in via Tosatti. Di tanto in tanto torna nella sua casa a Villa del Conte, poi la sera rientra a Rio San Martino. Mercoledì ha fatto proprio questo; sino alle 20.30 è stato con i suoi visoni, ha legato i due cani alle catene per evitare che scappassero per la campagna ed è andato nel Padovano. Meno di due ore dopo, ha ricevuto la telefonata che dalla sua attività si levavano fiamme alte diversi metri e sul posto c’erano i pompieri.



Da una prima ricostruzione, gli ignoti avrebbero appiccato il fuoco attorno alle 22 e sarebbero fuggiti per i terreni attorno, dove non ci sono case. Tra i primi ad accorrere è stato l’assessore di Scorzè ai Lavori pubblici Angelo Michielan, residente poco distante. Il fuoco ha mandato in cenere gli attrezzi, dal muletto ai macchinari per dare il cibo ai visoni, oltre all’ufficio. I pompieri hanno lavorato sino alle 2 di notte per domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area.



Resta il giallo del maremmano; Caccaro ha mostrato la catena tagliata e del maschio, poco più che un cucciolo, non c’era traccia. La femmina, invece, potrebbe essersi liberata dal collare ed è fuggita, per ritornare a casa da sola. «Bisogna che ci scappi il morto prima che si prendano provvedimenti», si sfoga, «perché le forze dell’ordine sanno bene chi sono i mandatari. Ho la mia attività, sono in regola con i documenti, i visioni hanno il loro benessere. Chiedo che si trovino i colpevoli. Minacce? Di recente no, ma nelle ultime settimane i maremmani abbaiavano spesso tra le 23.30 e le 2 di notte. Forse mi controllavano». Sul posto si sono trovati degli animali privi di vita e la cosa potrebbe essere riconducibile al rogo.—


 

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