Allarme sulle grandi opere «Attenti, le vogliono fare»
DOLO. Tornano in pista le grandi opere e rischiano di investire in pieno la Riviera. Infrastrutture che sembravamo congelate o bloccate definitivamente dalla mancanza di fondi o da decisioni dei tribunali amministrativi, tornerebbero dalla porta di servizio creando danni al territorio. Si tratta della Romea Commerciale, dell’elettrodotto Dolo- Camin, e della camionabile accanto all’Idrovia.
Per fermare la Romea Commerciale, il comitato Opzione Zero punta a mettere in sicurezza l’attuale Romea e ha in programma a luglio una manifestazione preceduta da una raccolta dati. «Faremo un progetto», spiega Mattia Donadel, di Opzione Zero, «Faremo un conto di quanti soldi ci vorranno per mettere in sicurezza una strada fra le più pericolose d’Italia. Ci vorranno circa 100 milioni di euro. Per costruire la Romea Commerciale da Orte a Mestre invece, miliardi, cento volte di più per fare un’opera che non serve a nulla se non a rimpinguare le casse di “certe” aziende». La Orte - Mestre quest’anno ha subito uno stop importante: è stata stralciata per il 2015 dalle opere finanziabili dal documento di programmazione economica. «Siamo sicuri però», continua Donadel, «che già nel 2016 tenteranno di farla rientrare in gioco». Con Opzione Zero sono schierati i Comuni di Campagna Lupia, Mira e Codevigo che hanno stilato un documento congiunto chiedendo ad Anas la messa in sicurezza della Romea.
Sull’elettrodotto Dolo Camin interviene Adone Doni dei comitato Cat. «Terna smorza sul nascere l'entusiasmo», dice Doni, «circa il presunto stop dell'elettrodotto Dolo-Camin. Terna non ha presentato l'integrazione richiesta dalla commissione Valutazione di impatto ambientale, per un semplice motivo: la società elettrica avrebbe dovuto comprendere nuovamente nel progetto anche l'interramento degli elettrodotti a Moranzani, ipotesi che Terna non vuole portare avanti. Con l'elettrodotto Dolo - Camin risparmia 60 milioni di euro l'anno e per questo presenterà un progetto nuovo di zecca come chiesto dal Consiglio di Stato».
Infine l’Idrovia. «Noi», spiega Marino Zamboni del “Comitato Brenta sicuro”, «vogliamo che l’Idrovia venga completata. La Regione ha dato incarico per il progetto preliminare. Non vogliamo che a lato dell’Idrovia scorra una strada. Una scelta che è ancora in gioco e che potrebbe vanificare la portata idraulica del corso d’acqua e creando cementificazione ed inquinamento».
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