Allarme smog, verso il blocco delle auto
Oggi la giunta comunale di Venezia torna a riunirsi e sul tavolo della discussione c’è anche la situazione ambientale.
Dopo il weekend festivo dopo il ponte dell’Immacolata, oggi arriveranno i dati di Arpav che dovrebbero, stando alle previsioni di questi giorni, confermare il settimo superamento consecutivo dei valori del Pm10 sopra i 50 milligrammi per metrocubo. Soglia che significa il superamento della fase zero del sistema antismog messo in atto dai Comuni della Città metropolitana.
Se il dato, prevedibile a guardare i dati in diretta delle centraline Arpav, sarà confermato con una nota dell’agenzia per l’ambiente dovrà scattare la campagna informativa alla popolazione, che va messa in guardia sui rischi della convivenza con un’aria avvelenata dalle polveri sottili. Se si arriva al superamento per tre giorni dei 100 microgrammi per metrocubo, scatta la fase due, quella che prevede oltre ad ulteriori strette agli impianti di riscaldamento (ovvero il divieto di utilizzo di stufe, anche a pellets, e caminetti), l’ulteriore limitazione al traffico che ferma i veicoli Euro 1 a benzina, finora salvi dalle azioni “soft” messe in atto dal Comune per fermare le auto No Kat.
Il tavolo tecnico di ottobre. Al tavolo tecnico zonale sull’emergenza smog dello scorso ottobre, unico incontro sul tema finora svoltosi, leggendo i verbali, salta all’occhio la presenza di sole 29 amministrazioni comunali su 44. Segno che il tema ambientale, nonostante gli allarmi e nonostante sia noto che l’inquinamento colpisce l’intera valle Padana, viene ancora troppo snobbato dalla politica veneziana. In quella riunione è stata anche evidenziata «l’incapacità di controllare l’inquinamento e di vedere vanificati gli sforzi dei Comuni, in presenza di grandi inquinatori (centrali a carbone) non sottoposti ad adeguati controlli», si legge nel verbale. Altro problema segnalatato dai Comuni i costi della segnaletica per le ordinanze emergenziali e la necessità di richiedere alla Regione di «contribuire ai costi che dovranno sostenere i Comuni a seguito dell’applicazione del sistema».
Azioni emergenziali. Ma le azioni contro l’inquinamento da polveri sottili, stando alle indicazioni della Regione, non si fermano qui. Altre azioni si possono attuare e se la situazione non migliora bisognerà tenerne conto. Azioni emergenziali di durata annuale suggerite sono i maggiori controlli sugli impianti di riscaldamento a legna; un accordo con i produttori per anticipare nel territorio veneto i nuovi regolamenti europei sulle caldaie; azioni di contenimento degli impianti industriali. Tra le azioni da applicare tutto l’anno c’è anche l’obbligo di spegnimento dei motori degli autobus fermi ai capolinea. Vanno spenti anche i camion del trasporto merci fermi per le consegne e le macchine ferme ai semafori o ai passaggi a livello.
Ticket scontati e pass. Nei capoluoghi di provincia sono previste anche misure per incentivare l’uso di mezzi alternativi all’auto. Qualche esempio? La riduzione del prezzo del biglietto del trasporto pubblico locale. Ovvero sconti per viaggiare in autobus lasciando a casa l’auto. Iniziative che venivano attuate a Venezia in passato. E oltre alla promozione di car pooling e car sharing o dell’uso delle bici, c’è la creazione di “Low emission zone” ovvero nuovi sistemi «di accesso per le zone a più alta densità abitativa o per gli agglomerati. Tali zone possono essere dotate di sistemi elettronici per il controllo degli accessi».
Blocchi del traffico. In caso di raggiungimento del livello 2 della criticità, si legge nei documenti, ci sono anche «ulteriori misure di limitazione alla circolazione rispetto a quelle permanenti già adottate dai Comuni. Il fermo della circolazione si applica solo alla rete stradale urbana». Si tratta dei blocchi del traffico che a Venezia non si attuano da tempo ma che in questo fine settimana sono stati riproposti a Roma e in Lombardia per fronteggiare l’emergenza smog. Resta da capire se c’è la volontà politica a Venezia di metterli in pratica sul serio.
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