Allarme nutrie nei campi argini dei canali distrutti
PORTOGRUARO. Proliferazione delle nutrie, anche il portogruarese comincia a fare i conti con la presenza sempre più costante del roditore. Tanto nelle campagne, quanto a ridosso delle aree urbane. Addirittura nei pressi degli sbocchi autostradali.
A preoccupare agricoltori e addetti dei più disparati settori sono i danni causati dalla presenza della specie, importata nel 1929 dal Sud America e moltiplicatasi in modo incontrollato per assenza di antagonisti. «Le nutrie hanno avuto un’enorme diffusione in tutto il Veneto», spiega Sergio Grego, direttore del Consorzio di bonifica, «creando non poca preoccupazione soprattutto a causa dei percorsi scavati sugli argini dei corsi d’acqua, che durante le forti piogge cadono e costringono gli enti ad intervenire per ripristinare il tutto. Creano problemi alle colture, alle arginature e alla rete idraulica. Da qualche anno a questa parte c’è stato un aumento importante: basti pensare che secondo una stima che ci è stata fornita, solo per ogni valle da pesca del nostro bacino, ci sono circa duemila esemplari. Considerato che abbiamo 5/6 zone, il numero supera le decine di migliaia di unità. Senza contare poi le aree rurali e di campagna». La Regione, lo scorso autunno, ha reso operativo il piano per l’eradicazione e il controllo della specie, che sarà in vigore fino al 2019. «Abbiamo dato piena applicazione alla legge», dice Fabiano Barbisan, consigliere regionale della Lista Zaia, «ma è innegabile che finché il sistema non entra a regime il problema continua a sussistere con danni sotto agli occhi di tutti».
Il Piano triennale, che conta di un contributo di 250mila euro dalla Regione, presuppone che nella cattura del roditore non vi sia l’utilizzo di veleni e metodi non selettivi che potrebbero colpire altre specie, non ponendo alcun limite al prelievo dei capi.
Per Maurizio Billotto, presidente di Legambiente Veneto Orientale, «il controllo delle nutrie non deve avvenire solo con la soppressione della specie ma anche con tecniche che ne riducano la capacità riproduttiva». Un agricoltore di Gruaro, Matteo Bortolussi, è arrivato infine a contarne una decina solo nei pressi della rotonda Malcanton, vicino all’autostrada. «Si trovano nei campi», dice, «negli argini, vicino alle strade e nei punti più disparati. Nella stagione delle piante di mais e soia capita anche di vedere numerose gambe di racemo abbattute dalle nutrie, le quali poi si impossessano della pannocchia. Una famiglia intera riesce anche a mangiarne diverse decine in una sola notte».
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