Allarme nuove droghe un convegno dell’Usl 4
SAN DONÀ. Meeting informativo sulle nuove droghe (Mind): due giorni di formazione con i medici dell’Usl 4 e la collaborazione del Lions club e gli esperti del centro antiveleni di Pavia. Appuntamento oggi e domani al centro culturale per questa panoramica sulle sostanze psicoattive. Saranno coinvolti anche tossicologi e docenti. Il progetto, service “Mind” del Lions, vuole informare soprattutto i giovani sulle nuove sostanze e ha come referente la dottoressa dell’Usl 4, Carolina Prevaldi. «Un’epidemia silenziosa che produce danni irreversibili e stronca vite umane», spiegano gli organizzatori, «le nuove droghe identificate sono solo un piccolo campione di un mercato che non ha crisi, perché l’utenza dello sballo aumenta e i laboratori clandestini innovano continuamente, anche nel nostro territorio, dove sono stati identificati dei casolari. Si ordinano su internet e deep web, senza mediazione dello spacciatore, e tutto diventa più facile. Negli ultimi anni sono state individuate oltre 450 nuove sostanze psicoattive in Europa, decine le intossicazioni di cui alcune mortali».
L’allarme è giunto dal Congresso nazionale della Società italiana di tossicologia che si tiene a Bologna, dove gli esperti hanno illustrato i dati sulle sostanze psicotrope. Bastano piccole modifiche chimiche e la sostanza risulta invisibile ai test tradizionali. Nei pronti soccorso del Veneto orientale, soprattutto d’estate, arrivano ogni settimana decine di giovani completamente sballati. A San Donà è stato isolato uno dei prima casi di metossietamina, 4 anni fa. Basti pensare che il 25,9% degli studenti fa uso di droghe almeno una volta nell’ultimo anno, il 10,3% per la popolazione generale.
«Gli effetti sono serissimi», ricordano gli organizzatori, «quelle che un tempo venivano chiamate droghe leggere come la marijuana, oggi sono ottenute per via sintetica, biotecnologica o ibridazione. Molto pericolose per il cervello, ma anche gli altri organi vitali. Nell’adolescente i danni sono anche maggiori. Le “smart drug” non sono identificabili e bastano piccole modifiche chimiche per renderle invisibili ai test. Ci sono le “party pills” a base di principi attivi derivati dalla benzilpiperazina, o prodotti come incensi o pot-pourri di fiori e foglie secche che contengono in realtà cannabinoidi sintetici. A differenza della marijuana, con il principio attivo Thc al 3%, quella nuova arriva al 12-15%”. I consumatori credono che queste sostanze, facilmente reperibili nel “dark web” a pochi euro, siano innocue e invece possono provocare danni permanenti. La Spice è tra le nuove droghe più diffuse tra gli studenti, la seconda dopo la cannabis (25%), assunta dall’11,1% degli studenti italiani.
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