Allarme in città per la morìa di pesci: raccolte 5 tonnellate
VENEZIA. La morìa aumenta. Sale la preocupazione in città per la grande quantità di pesci morti visibili anche ieri in laguna e nei rii. Cinque tonnellate raccolte da veritas nel primo pomeriggio di ieri. Arpav e Asl 12 rassicurano: «è colpa del caldo». Ma il Comune lancia un appello e invita tutti coloro che sono in possesso di elementi che possano far risalire ad altre cause del fenomeno a farsi avanti e a contattare l’assessorato all’Ambiente. «Fin dal primo momento avevamo avuto il sospetto che ci potesse essere qualche causa aggiuntiva rispetto al caldo e alle alghe», dice l’assessore Gianfranco Bettin, «e abbiamo perciò allertato gli enti che devono fare i controlli, l’Arpav regionale e l’Asl. Sono usciti anche poche ore fa e ci hanno confermato che la situazione è tranquilla. E che la morìa è dovuta alla putrefazione delle alghe e alla mancanza di ossigeno. Chi è in possesso di indizi precisi ci può contattare».
Ma la preoccupazione cresce. Ieri mattina grosse quantità di pesce morto galleggiavano nei canali della città. Dalla Giudecca a Cannaregio, in rio della Misericordia e in rio dell’Abbazia. Piccoli pesci come anguele paganelli e go, ma anche cefali, granchi, passerini. E infine, cosa piuttosto strana, orate e bisati, pesci da acque profonde. «In tanti anni di lavoro non ho mai visto una cosa del genere», denuncia un anziano pescatore, «eppure ci sono stati periodi molto più caldi di questo». Si cerca adesso se ci sia stata una causa «aggiuntiva» al caldo che possa aver provocato la morte dei pesci.
Esclusa Marghera, dove i controlli sono già stati fatti, resta il possibile inquinamento da fertilizzanti (arrivati in laguna con l’apertura di qualche canale di scolo) oppure scarichi inquinanti di qualche nave, scavi sui fondali che abbiano fatto venire in superficie sostanze tossiche. O la minor circolazione delle acque dovuta ai grandi lavori. Si dovrà anche stabilire quali siano i punti da dove il fenomeno è cominciato. Fenomeno osservato ieri in Canal Grande anche dai turisti. Il pesce morto galleggia, e i gabbiani non lo mangiano.
Arpa: "Sviluppo anomalo di alghe". La moria di pesci che si è verificata in questi giorni nella laguna di Venezia «è verosimilmente dovuta allo sviluppo anomalo di alghe dei generi Ulva, Gracilaria e Agardhiella». Lo afferma l'Arpa del Veneto, secondo cui «a causa del particolare andamento meteorologico della scorsa primavera ed inizio estate, con abbondanti precipitazioni prima e caldo anomalo poi, la produzione di biomassa è stata particolarmente abbondante». Superata la fase di fioritura, viene aggiunto, «lo sviluppo del materiale vegetale si è interrotto ed è iniziata la decomposizione».
Il fenomeno ha avuto conseguenze negative - moria di pesci e cattivo odore - soprattutto nella zona compresa tra il centro storico e la gronda lagunare nell'area di Mestre-Marghera, in quanto caratterizzate da scarso ricambio idrico, bassi fondali (con forte riscaldamento dell'acqua) e importante apporto di nutrienti per le alghe (azoto e fosforo) che giungono in laguna attraverso i corsi d'acqua. Per l'Arpa «si tratta di un fenomeno naturale e circoscritto nella zona, mentre il resto della laguna presenta condizioni normali». Fondamentale, comunque, «la situazione di anomalia meteo climatica».
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