Allarme gas nervino all’aeroporto Marco Polo
TESSERA. Non bastassero gli allarmi bomba (per fortuna, falsi) a mobilitare forze dell'ordine, artificieri, vigili del fuoco qua e là in città, ora arriva anche l'allarme “gas nervino”: per fortuna, anche questo, falso.
L'allerta è scattata con una certa apprensione all'aeroporto Marco Polo, quando un passeggero dell’aereo di Volotea, in arrivo alle 23.30 da Catania, ha segnalato alla hostess di avere trovato la giacca che aveva riposto nel portabagagli inspiegabilmente bagnata. L'aereo è stato chiuso - i passeggeri appena scesi, trattenuti in una sala d'attesa - perché i primi accertamenti da parte del personale dell'aeroporto, con rilevatori di gas, avevano dato una risposta molto allarmante: residui di “gas nervino”.
Nonostante l'evidenza che, se davvero di gas nervino si fosse trattato, le conseguenze sui passeggeri sarebbero state immediatamente ben più gravi, la macchina degli accertamenti si è messa in moto e sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco del Nucleo bateorologico chimico radiologico (Nbcr).
Analisi rifatte dagli specialisti e, con un sospiro di sollievo, allarme rientrato. Del resto se fosse stato veramente gas nervino, molto probabilmente nessuno si sarebbe accorto di nulla in quanto letale appena viene liberato nell’aria. Da capire comunque come mai i rilevatori abbiano segnalato la presenza di questa sostanza, anche se non c’era. Tarati male? Mal funzionanti? Il problema diventa grave se i rilevatori non riescono a individuare eventuali sostanze nocive o letali. Il sistema di sicurezza all’aeroporto Marco Polo è sempre allertato anche su questo fronte. Da ricordare che in passato molti interventi degli esperti erano avvenuti in particolare durante le varie pandemie che avevano colpito il sudest asiatico, tra gli anni Novanta e l’inizio del terzo millennio. Interventi che avvenivano all’arrivo di aerei con a bordo passeggeri a rischio. (c.m.)
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