Allarme di mons. Meneguolo: «Venezia cade a pezzi faremo la fine di Pompei»

Grido d’allarme di monsignor Meneguolo davanti al restauro di San Pantalon: «Arriverà il Mose, ma se non tuteliamo i beni culturali, difenderà solo dei ruderi»

VENEZIA. È la parrocchia più piccola di Venezia, ma ha il soffitto dipinto su tela più grande del mondo, realizzato da Gianantonio Fumiani. Non c’è infatti visitatore che non rimanga sbalordito dal migliaio di metri quadri che raffigurano le vicende di San Pantalon da cui prende nome l’omonima Chiesa. Insomma, un bene culturale alquanto raro che, sommato a un dipinto di Paolo Veronese, trasforma la chiesa in un prezioso gioiello che fa onore a tutta la città.

Anche per questo, durante la presentazione dei lavori di restauro del pavimento del presbiterio, realizzati da uno staff di artigiani volontari, si è mostrata la ricaduta negativa della legge che prevede che ogni parrocchia sia responsabile dei propri beni: «Venezia ha un patrimonio splendido – ha detto monsignor Antonio Meneguolo, seduto accanto a Don Marco Scarpa, parroco della chiesa – ma se andiamo avanti così rischiamo di trovarci di fronte a un nuovo Pompei. Possiamo anche realizzare il Mose, ma se non tuteliamo i beni difenderemo soltanto dei ruderi. Ci sono tanti parroci angosciati dal non riuscire a tutelare i beni artistici delle loro chiese che sono anche a servizio del turismo che ne fruisce. Eppure non percepiscono nessun aiuto statale se non a volte dalla Regione». I restauri del pavimento risalente a fine Seicento, sono stati un dono «arrivato dal cielo».

L’anno scorso, durante il funerale dell’architetto Maurizio Paveggio, Don Marco annuncia che il ricavato delle offerte andrà per restaurare il pavimento, come avrebbe voluto Paveggio. A fine cerimonia, il direttore di Alilaguna Fabio Sacco chiede a Don Marco se può contribuire in ricordo di Paveggio e come finanziamento che l’azienda è solita dare. Così parte il progetto che oggi è a buon punto. «Lavoriamo nella città – ha spiegato Sacco ai presenti – e guadagniamo. Ci sembra giusto contribuire al suo mantenimento». L’intervento, promosso da Alilaguna e in parte da Maria Teresa Fiorin e realizzato con tecniche antiche come l’uso di cera di api di Sant’Erasmo, è costato infatti circa 65 mila euro, una somma impossibile per la parrocchia che ha un bilancio di 35mila euro. Gli esperti volontari sono: l’architetto Jaccarino di Uni.S.Ve, Vianello Pavimenti, Lamon Marmi, 3° Laboratori, Officina Fabbrile Bonacin e Leonardo Gatto designer, l’architetto Giovanna Ferrari e le restauratrici Giovanna Pellizzari e Chiara Tolin. Un grande lavoro, ma che avrebbe ancora bisogno di un ulteriore sostegno come dimostra il pavimento dell’altare su cui brilla il Veronese che si sta polverizzando..

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