Alla riscoperta della “Mestre bella” grazie agli alunni
Difficile accorgersene oggi camminando tra strade rotte, marciapiedi in pessimo stato e fili della tensione del tram che oscurano la vista anche di quei pochi antichi palazzi rimasti: eppure una volta Mestre era bella, eccome se era bella, tanto che Carlo Goldoni la paragonò addirittura ad una piccola Versailles. I segni di quella bellezza perduta però, ci sono ancora. Sulle loro tracce si sono messi i ragazzi della scuola elementare Tiziano Vecellio assieme all’associazione Mestre Mia: con un grande lavoro sinergico hanno ritrovato e ricostruito una delle aree più belle del cuore della città, che alcuni “vecchi” ancora ricordano.
Ecco allora che entrando a visitare la mostra allestita all’interno dell’edificio scolastico e muovendosi tra vecchie foto e racconti, sembra di ritrovare un “angolo che non c’è più”, come è stato definito da qualche bambino in uno dei tanti disegni esposti sui pannelli: un lago dall’acqua verde navigabile da piccole imbarcazioni, tre ettari di alberi secolari del parco Ponci, il vecchio Bosco di Mestre, ville antiche. Nessuna traccia di parcheggi e cemento, né colate di asfalto a perdita d’occhio.
E in mezzo a via San Girolamo? Correva l’acqua, che costeggiava una delle chiese più antiche della città. Le foto in bianco e nero trasportano il visitatore in un mondo che sembra lontano anni luce, ma che invece è semplicemente dietro l’angolo: anni prima del boom economico. I bambini hanno ricostruito e riscoperto la storia di un pezzetto di Mestre che si estendeva tra via San Girolamo e via Giardino e giungeva sino al fiume Osellino, mettendoci tutto il loro impegno. Ieri l’inaugurazione della mostra interattiva che rimarrà aperta fino al 22 dicembre, la proiezione del docufilm e per l’occasione musica e figuranti in costume per far entrare i visitatori nella giusta atmosfera. «Siamo orgogliosi di aver collaborato con Mestre Mia», commenta il dirigente scolastico Davide Frisoli, «per creare una consapevolezza e un rispetto di ciò che Mestre è ed è stata. Il risultato è stato ottimo e ne siamo fieri».
«Volevamo lavorare nel cuore del parco Ponci», racconta Andrea Sperandio di Mestre Mia, «e proprio al centro c’è la scuola Vecellio, perciò abbiamo pensato di farlo assieme. Il pericolo è quello di passare per nostalgici, ma noi guardiamo non solo all’oggi, ma al futuro, per questo abbiamo coinvolto i bambini, le generazioni del futuro, per far loro vedere da dove siamo venuti e per far loro capire che Mestre era davvero bella. Oggi, va detto, fa abbastanza schifo, ma possiamo riscoprire angoli belli, perché ce ne sono molti di nascosti, e far sì che i cittadini tornino a riappropriarsi della loro città e ad amarla. Mentre lavoravo a questo progetto, i miei figli, che hanno 17 e 12 anni, lasciavano quello che stavano facendo per venire a vedere».
Riscoprire il passato non può far altro che stimolare in noi la voglia di replicarlo e valorizzarlo, ma anche di voler più bene alla nostra città un po’ bistrattata che faticosamente sta cercando di riemergere e riparare a vecchi danni.
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