Alla Mostra prezzi alle stelle e rifiuti intorno al red carpet

LIDO. La corsa alle sale, la caccia ai vip e la ricerca delle feste più esclusive ha un prezzo, anche durante i dieci giorni della Mostra del Cinema di Venezia, e se all'abituale caos della kermesse lagunare si aggiungono restrizioni e nuovi provvedimenti per arginare il rischio terroristico è scontato che ai vecchi problemi si sommino nuovi disagi, come stanno scoprendo ormai da giorni i visitatori (ma anche gli addetti ai lavori) della 73esima edizione del festival lidense.
Per ragioni di sicurezza, infatti, fin da martedì 30 agosto, serata di pre-apertura, nell'intera area della mostra, come nelle strade adiacenti, sono stati rimossi cestini e cassonetti, e la spazzatura ha presto finito per accumularsi tra aiuole, scalinate e marciapiedi, intaccando non poco l'immagine glamour ed esclusiva del tappeto rosso illuminato dalle luci della ribalta; anche mangiare (e bere), può trasformarsi in una battaglia all'ombra del palazzo del Cinema, visto che pure quest’anno non sono mancati baristi ed esercenti pronti a ritoccare verso l'alto i prezzi mano a mano che la rassegna entrava nel vivo. Se a tutto questo si aggiungono le polemiche che accompagnano la nuova “area giardini”, che ha coperto il tristemente storico “buco del Lido” con una sala acusticamente male isolata, troppo luminosa e dai sedili dondolanti, si ha un quadro completo delle lamentale che si possono ascoltare da chi al collo sfoggia i pass colorati della Biennale.
«Hanno tolto tutti i cestini, e dopo cinque minuti che si cammina con la spazzatura in tasca c'è chi si stufa e la tira tra le siepi», borbottano in tanti mentre si spostano tra una proiezione e l'altra, «e pensare che questo dovrebbe essere un'evento di gran classe».
Per ovviare al problema, alcuni esercenti della zona hanno posizionato sui marciapiedi sacchetti e scatoloni, ma anche loro hanno finito per venire “bacchettati” dalle forze dell'ordine: «Ci hanno detto che i rifiuti vanno nei cestini, quando gli abbiamo risposto che non ci sono cassonetti per centinaia di metri hanno replicato che non è un loro problema», raccontano alcuni ristoratori. Fortunatamente, dopo cinque giorni di immondizia “selvaggia”, la stretta si è allentata e anche davanti al palazzo del cinema è tornata a farsi vedere una manciata di raccoglitori in plastica, segno evidente di quanto la situazione stesse degenerando.
Più complicato, invece, arginare il fenomeno dei rincari: se chiunque si aspettava prezzi gonfiati durante i dieci giorni della Mostra, in pochi erano preparati ad aumenti “in corsa”: la stessa bottiglietta di birra che mercoledì costava tre euro nel fine settimana è aumentata di cinquanta centesimi, fino ad arrivare a casi limite che vedevano staccare scontrini superiori a dieci euro per una cola e una coppetta di gelato, poi tornati alla normalità il lunedì seguente, in un'altalena riconosciuta candidamente dagli stessi venditori, che spesso per evitare le polemiche di chi ricordava i vecchi prezzi rispondono «Ieri era a meno? Allora pagami come ieri».
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