“Alfieri della Repubblica” con l’insegnante jesolana
JESOLO. Una docente davvero speciale. È di Jesolo l’insegnante facilitatrice che ha accompagnato la scuola dell’infanzia di Tonadico (in provincia di Trento) Cesare Fuganti davanti al presidente della Repubblica Mattarella. I suoi studenti sono diventati “Alfieri della Repubblica” quali piccoli maestri dell’inclusione. L’attestato d’onore è assegnato per premiare quei minorenni che, per comportamento o attitudini, rappresentano un modello di buon cittadino, come possono esserlo i Cavalieri o gli Ufficiali della Repubblica. E autentici maestri di inclusione sono stati i bambini, dai 3 ai 6 anni, della scuola d’infanzia Trentina che hanno accolto, con l’intera scuola, una bambina sorda dalla nascita.
Per includerla e integrarla senza ostacoli hanno imparato la lingua italiana dei segni (L.I.S.) grazie alla docente jesolana Monica Capiotto che poi li ha accompagnati a Roma per la consegna solenne degli attestati. Monica, jesolana doc, figlia di Ennio Capiotto, ristoratore conosciuto che gestisce il locale Papillon l’Onorevole di via Levantina, è laureata a Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e Scienze del Linguaggio e ha sempre seguito la piccola dopo questa specializzazione. Ha accompagnato i bambini nella Capitale insieme alle altre insegnanti e alla presidente dell’Ente Nazionale Sordi di Trento. Sulla targa si legge “Ai piccoli maestri dell’inclusione” , riferita ai 45 bambini che frequentano la scuola dell’infanzia Fuganti di Tonadico.
«Questo riconoscimento», spiega la docente, «è arrivato poiché nei tre anni di frequenza della bambina sorda, Iulia, abbiamo seguito un lavoro di inclusione tra tutti i bambini grazie anche a una forte collaborazione con il personale insegnante. Così i bambini comunicano non solo in italiano, ma anche nella lingua dei segni italiana. I contesti di apprendimento sono stati progettati per permettere la partecipazione di tutti i bambini in una scuola che vede i bambini come soggetti pensanti, reali protagonisti dell’esperienza vissuta». Tutti adesso nell’istituto comunicano sia parlando la nostra lingua sia la lingua dei segni. Così i docenti, il personale della scuola e naturalmente i bambini, in un vero contesto di inclusione. La bambina sorda così si è potuta perfettamente inserire tra i coetanei senza sentirsi diversa a causa del suo problema che un tempo isolava i sordi dal mondo e non permetteva loro di integrarsi al pari dei coetanei nelle scuole, come nel lavoro, se non come persone diverse e da compatire. Il messaggio di questa piccola grande scuola trentina è piaciuto particolarmente al presidente Mattarella che, orgoglioso dei giovani maestri di inclusione, ha consegnato l’attestato d’onore ai suoi piccoli alfieri e modelli per il nostro Paese, dove ancora ci sono tanti ostacoli da superare verso una vera inclusione e integrazione delle persone più deboli.
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