Alcol e gelosia: picchiano l'amico. E' in coma
DOLO. Un tragico mix, di alcol, amicizia, avances, gelosia e violenza. Una festa finita in tragedia.
Sembra quasi un finale terribile di un film su un gruppo di amici di sempre quanto avvenuto ieri sera, venerdì 19 febbraio in una casa di Sambruson di Dolo, quando la serata di cinque amici si è conclusa con l’accusa di aver tentato di uccidere uno di loro, Elvis Carraro, 43 anni, di Camponogara.
E di Camponogara sono anche tutti gli altri protagonisti di questo terribile mix: Mirco Livieri, Philippe Faivre, Luca Agnoletto e Katiuscia Cacco. Tutti del paese e tutti del 1973, amici da una vita, sempre loro, sempre insieme. Elvis e Katiuscia, addirittura, stanno insieme.
Anche venerdì pomeriggio, quando si trovano verso le 16 e iniziano il giro dei bar. Spritz e prosecchi che vanno avanti nel pomeriggio d’inizio del weekend. Un giro che si conclude nella casa nuova di Livieri, che ha trovato un appartamento a Sambruson di Dolo.
Qui, sale la musica, si chiacchiera, si continua a fare gli “scemi” come sempre, con quella libertà che solo un gruppo di amici da sempre conosce. Forse con qualche battuta o atteggiamento di troppo.
Elvis comincia a dare segni di nervosismo. A un certo punto sbotta: accusa in malo modo Katiuscia di fare troppo la disinvolta con Mirco Livieri. Parole, all’inizio si ride, si parla, poi ci si innervosice tutti, si cerca di calmare l’amico, di dire che non è nulla.
Ma Elvis non si calma. Anzi: continua ad avvicinarsi a Katiuscia, a insultarla, c’è di mezzo anche l’alcol.
Nessuno sa come e perché: alla fine Elvis alza le mani e tira un pugno a Katiuscia. La prende in pieno al volto.
Katiuscia cade, tutti cercano di aiutarla. Poi si girano verso Elvis, arrabbiati.
Elvis si difende, ma qualcuno decide di fargliela pagare, di rendere pan per focaccia.
Parte un pugno che colpisce Elvis quando non se l’aspettava, centrandolo in pieno volto.
Elvis cade, come un pupazzo, cade e sbatte la testa a terra, a corpo morto.
Gli amici si fermano, nessuno parla più, Katiuscia smette di piangere.
“Dài Elvis, rialzati, non fare il mona”. Invece lui non risponde.
Gli amici gli sono intorno. Elvis respira male, sembra morto, non reagisce.
E qui scatta il branco: Mirco, Philippe, Luca e Katiuscia lo portano al pronto soccorso dell’ospedale di Dolo.
Lo portano a braccia davanti ai medici che chiedono subito cos’è successo, cosa ha ridotto così il povero Elvis.
E gli amici raccontano la bugia per salvarsi: “L’abbiamo trovato per strada a Camponogara. Era per terra, non sappiamo nulla".
Ma i medici capiscono subito che c’è qualcosa di strano. Allontanano gli uomini, solo Katiuscia può restare. Intanto avvertono i carabinieri. Perché Elvis non è caduto, qualcosa lo ha colpito al volto e ne ha causato il coma. Elvis è gravissimo e i medici si rendono conto che sta per morire.
Lo trasferiscono d’urgenza all’ospedale dell’Angelo di Mestre, dove Elvis viene ricoverato in Rianimazione.
Intanto i carabinieri indagano. Ricostruiscono i movimenti del gruppo. C’è un tentato omicidio di mezzo.
E con le ore il quadro si fa chiaro.
Nel cuore della notte gli investigatori dell’Arma si presentano nelle case di ognuno: tutti in caserma, anche Katiuscia, prelevata all’ospedale di Dolo.
Mirco Livieri, Philippe Faivre, Luca Agnoletto e Katiuscia Cacco (assitita dall’avvocato Pascale De Falco) vengono trattenuti, con la pesante accusa di tentato omicidio che pende sul loro capo.
Nella notte i medici operano Elvis al cervello. Riescono a fare defluire un grosso ematoma. Ma ci sono altri problemi e dovranno rioperarlo. La Procura indaga alcuni del gruppo per lesioni personali aggravate. Mentre Elvis resta in Rianimazione.
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