Alcoa, no a tagli di stipendio Ma i sindacati chiedono garanzie

L’azienda non risponde alla richiesta di sospendere la disdetta degli accordi di secondo livello Nello stabilimento di Fusina iniziati gli scioperi di due ore a turno che proseguiranno a oltranza
uscita degli operai dall'Alcoa di Marghera e ingresso dei camion
uscita degli operai dall'Alcoa di Marghera e ingresso dei camion

Uno spiraglio di luce si fa strada fra le nubi che da giorni sostano minacciose sulle teste dei 180 operai dell’Alcoa di Fusina. Martedì qualcosa è cambiato per i lavoratori dell’azienda ai quali era stata comunicata la disdetta, dall’1 marzo, degli accordi di secondo livello che si tradurrebbe, di fatto, in un taglio dello stipendio compreso fra i 200 e i 500 euro al mese. A sorpresa, infatti, la direzione aziendale assieme alla direzione mondiale del Laminati, hanno incontrato proprio nel pomeriggio di martedì le segreterie di Fim, Fiom e Uilm nonché i rappresentanti della Rsu i quali nello stesso giorno avrebbero dovuto decidere modi e tempi dello sciopero (comunque cominciato questa notte in attesa di certezze) pensato per contestare la disdetta.

I sindacati, al termine dell’incontro, hanno diramato un comunicato nel quale si spiega che “la direzione mondiale di Alcoa in nessun momento delle riunione ha messo in discussione il salario dei lavoratori, bensì un insieme di problemi riguardanti l’organizzazione aziendale (ritardi nella consegna dei prodotti, scarsa efficienza nella gestione della produttività».

Insomma, i vertici aziendali hanno offerto rassicurazioni circa il mantenimento integrale dell’attuale busta paga tanto più che, come rivelato da alcuni lavoratori al nostro giornale, il taglio degli stipendi non servirebbe certo a recuperare neppure in minima parte gli 8 milioni di perdita economica registrati dall’Alcoa di Fusina nel 2013. Tutto questo, però, non ha scongiurato la protesta iniziata questa notte con due ore di sciopero e che proseguirà ad oltranza fino a che l’azienda non confermerà con i fatti quanto annunciato durante la riunione. In pratica, i rappresentanti dei lavoratori chiedono certezze circa la volontà di non toccare le buste paga degli operai, dichiarando la disponibilità a discutere sull’utilizzo degli impianti e sulle azioni necessarie a rilanciare la fabbrica ma chiedendo “l’immediata sospensione della disdette degli accordi di secondo livello in quanto non corrispondono alle soluzioni necessarie per migliorare le situazione”.

A ieri questa sospensione non è stata dichiarata dall’azienda per cui gli operai continueranno a incrociare le braccia per due ore durante ogni turno. La riunione a sorpresa ha anche messo in evidenza le condizioni che hanno portato lo stabilimento di Fusina alle attuali perdite economiche, leggi “fattori esterni alle prestazioni dei lavoratori della fabbrica: prezzo di acquisto delle materie prime, prezzo di vendita dei prodotti e quant’altro».

Gianluca Codognato

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