Alberto e Alice, due veneti il giro del mondo navigando su un catamarano

Lui chef, lei interprete, sono partiti da Trinidad sulla barca di una coppia settantenne. Cucinano e fanno manutenzioni: arriveranno in Australia, dove vorrebbero stabilirsi

MONSELICE. Giovani, alla ricerca di un lavoro e un desiderio nel cuore: quello di viaggiare e scoprire cosa ancora il mondo ha da offrire loro. Sono Alberto Andolfo e Alice Rossi, entrambi di Monselice. Si sono innamorati nel 2012 e in un istante hanno deciso di lasciare tutto per cambiare vita e inseguire il loro sogno.

Da gennaio sono partiti per fare il giro del mondo in barca: destinazione Australia, dove vorrebbero stabilirsi. Nel frattempo hanno creato un marchio, Uziwa (significa oceano in swahili antico), che racchiude la loro passione per il surf. Lo stanno promuovendo durante il viaggio, attraverso i social network. Lui, 31 anni, chef specializzato in cucina vegetariana. Lei, 26 anni, laureata in Comunicazione interlinguistica e interprete di francese e russo. Il momento in cui hanno deciso di lasciare la strada conosciuta per quella nuova è avvenuto novembre scorso, durante la loro vacanza in Sud America.

Un amico aveva appuntamento via Skype con una coppia di belgi che stava cercando qualcuno che li accompagnasse in una lunga traversata attraverso l’oceano: dieci mesi per portare la barca a vela da Trinidad e Tobago, un’isola caraibica dell’America centrale, alla Nuova Zelanda. L’amico ha rifiutato la proposta, troppo impegnativa per lui ma perfetta per loro. Così, è stato sufficiente spostare lo schermo e cogliere quell’occasione inaspettata.

«Abbiamo visto per la prima volta Capitan Jack e Nicole, eravamo tutti e quattro un po’ imbarazzati ma dopo una bella chiacchierata e tanti sorrisi abbiamo fissato la partenza il 28 dicembre», spiegano. Sono saliti a bordo di un bellissimo catamarano di 17 metri, un Catana 59, il “Lazy Jack”. «Il viaggio per noi è a costo zero. Il vitto e alloggio è compreso e in cambio offriamo alla coppia settantenne un aiuto pratico: cuciniamo, ci occupiamo delle pratiche burocratiche con le autorità e della manutenzione della barca».

Nelle ultime settimane, dai Caraibi del Sud, sono passati da Venezuela, Piccole Antille, Colombia, San Blas e Panama per arrivare poi a Las Perlas e Ecuador. In questi giorni Alberto e Alice si trovano alle Galapagos ma il 27 marzo ripartiranno alla volta della Polinesia, per 20 giorni saranno in mezzo all’oceano senza cellulare e internet. Le mete previste nei prossimi mesi sono Isole Cook, Fiji, Tonga e Nuova Zelanda. «Ieri, dopo cena, potevo sentire solo il rumore del vento e dei pesci che guizzavano, il cielo era nero e ricoperto di stelle. Questa mattina il sole ci ha mostrato i colori mozzafiato della baia: sfumature di blu e azzurro mai viste prima. Con una tazza di espresso in mano, guardo lui e ancora mi domando se è tutto reale o solo un sogno», racconta Alice. Alberto, aggiunge: «La vita di bordo è dura ma regala sensazioni impagabili. Se prendersi cura della barca è il prezzo da pagare per sentirsi Robinson Crusoe arrivando a nuoto su un’isola sconosciuta al turismo, paghiamolo sto scotto. Nei pochi momenti di dolce far niente mi impegno a studiare la materia culinaria e sperimentare nuovi sapori con gli ingredienti che ho (avocado, papaya). Mi è capitato di sfilettare un tonno di dieci chilogrammi alle 6 di mattina e di gioire acquistando l’introvabile rosmarino in terraferma». Tra un’emozione e una fatica, i due trovano anche il tempo di fare surf. La nostalgia di casa c’è, ma non supera la curiosità.

«Il legame con i miei è forte anche a distanza e mi aiuta – specifica Alice - Non sto perdendo tempo, anzi, non l’ho mai investito meglio perché sto imparando miliardi di cose. Non sto sprecando la mia occasione. L’unica cosa che mi manca della mia comfort zone, oltre ad un’estetista, è una sala di Bikram Yoga. Tuttavia, come nel caso della ceretta, si fa quel che si può e dove posso faccio esercizio».

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