Albero delle mimose presidiato fino a tardi «Poi il saccheggio»

In via Cappuccina salvata soltanto una parte dei rami in fiore I vigili hanno sequestrato duemila mazzetti agli abusivi
Di Marta Artico

Non sono riusciti a fermare del tutto il sacco dello splendido albero di mimosa in fiore in via Cappuccina angolo via Fusinato (del resto lo sapevano fin dall’inizio) e della gemella che si trova di fronte ai vigili, poco più in là; ma quanto meno possono dire di aver fatto tutto il possibile.

Il presidio. Martedì sera, per la seconda notte consecutiva, un gruppo di cittadini mobilitati da “Amicoalbero” e dall’ambientalista Michele Boato, hanno fatto compagnia all’albero di mimose. In una decina, si sono portati qualche sedia, una bottiglia di rosso da accompagnare con i taralli, e hanno atteso che il tempo passasse. Michele, Carla, Mario, Franca, Maria, Paolo, Tatiana e ancora Cristina, Maurizio, Maria Laura, hanno vegliato sull’albero. Al mattino un commercialista che abita vicino ai tabacchi, aveva visto una donna con due sporte di fiori che se ne andava. Il figlio della barista del locale di fronte la sera di lunedì, poco prima della chiusura, sulle 23.30, quando i volontari se ne erano andati, aveva notato un uomo del Sudest asiatico che si stava arrampicando sull’albero. «Gli ho gridato “ohi”», racconta, «quella si guarda non si tocca, e alla fine sono riuscito a farlo andare via». Un’impresa, però, salvarla dagli abusivi improvvisati che la tenevano d’occhio, una vera battaglia a chi si stancava per primo.

Dalla parte opposta della mimosa, era aperto in orario serale un parrucchiere bengalese: «Ho sentito che parlavano», racconta una volontaria, «erano scocciati perché ce ne stavamo qui e non potevano fare i loro comodi». «Per loro», le fa eco un residente, «questa mimosa è una fonte di guadagno». «A saccheggiarla sono stati sì indiani, ma anche italiani e altri stranieri di non precisata nazionalità». Il presidio è terminato oltre 23, i volontari hanno sciolto le righe e sono tornati alle loro case, nella speranza di aver salvato almeno un bel po’ di ramoscelli e con la consapevolezza di avere fatto qualche cosa di concreto. «Un piccolo passo verso il rispetto dell’ambiente che ci circonda», spiegano».

Il sacco delle mimose. Ieri mattina la parte bassa del prezioso albero era stata depredata, a salvarsi i fiori che si trovano nei rami più in alto. «Adesso», spiega Michele Boato, «dovremo aggiustarli». Il presidio è servito sicuramente ad evitare il peggio, la sorte toccata, invece, all’albero gemello, che si trova di fronte ai vigili, sempre in via Cappuccina, 500 metri più avanti, e che è irriconoscibile. «Questa pianta è più bassa», prosegue Boato, «fino all’altro ieri era intera, abbiamo pensato fosse perché si trovava davanti ai vigili, invece tra martedì e questa mattina (ieri, ndr) è stata completamente distrutta».

Abusivi. Mestre e Venezia per tutta la giornata di ieri e fino a sera tarda, sono state prese d’assalto da venditori abusivi, che facevano un po’ tutti i prezzi. Parte delle mimose mestrine, probabilmente, provenivano dagli splendidi alberi di via Cappuccina. Gli agenti della polizia municipale hanno sequestrato 2mila mazzetti tra terraferma e centro storico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia