Alberi tagliati ai Benetton ditta di Jesolo a processo

L’impresa era incaricata di realizzare la spa dell’hotel Lajadira di Cortina Il filare di abeti serviva come protezione della privacy della villa confinante

CORTINA. Vacanze a Cortina. Capita alla famiglia Gilberto Benetton di dover presentare una denuncia per usurpazione, modificazione dello stato dei luoghi e furto aggravato, attraverso la Regia srl. Il cantiere della Costruzioni De Stefani di Jesolo, incaricata di sviluppare un settore benessere all’hotel Lajadira, aveva in un primo momento sconfinato nel terreno della villa della famiglia regina del casual con un cordolo in cemento e una di quelle reti arancioni, dopo aver abbattuto un filare di abeti. Alberi che servivano a riparare l’abitazione non solo dal vento, ma anche dagli sguardi dei clienti dell’albergo. Sul banco degli imputati, di fronte al giudice Cristina Cittolin, sono finiti l’architetto Lucio Boni difeso dall’avvocato Annamaria Coletti e i titolari dell’impresa Francesco De Stefani e del quattro stelle Andrej Toporov, assistiti da Alegiani. Parte civile la collega Anna Casciarri.

I fatti hanno ormai quattro anni di vita. Quando la direzione del prestigioso quattro stelle di località La Riva decide di darsi un centro benessere. Tanto di piscina e tutto quello che serve. I confinanti sono i Benetton, che proteggono la loro privacy con questa riga di abeti. Che oggi ci sono e, durante le vacanze del custode Giovanni Storato, spariscono con i ceppi e le radici, perché c’è questo cantiere da aprire. Non può non accorgersene il giardiniere Sergio Apollonio, che chiama immediatamente Storato, non trovandolo a Treviso. Scatta la denuncia.

Ieri mattina sono stati sentiti anche due manovali della De Stefani di Jesolo. Francesco e Gennaro Russo hanno cercato di ricostruire tutta la vicenda, incalzati dal pubblico ministero Sandra Rossi e dai tre avvocati. Sono state prodotte diverse fotografie con la situazione originale e quella successiva all’intervento sugli alberi e sul terreno. Si è vista una traccia bianca, nella quale sarebbe nato il manufatto, e questo cordolo di cemento spostato in un primo momento oltre il confine con il terreno dei Benetton e poi arretrato di almeno cinquanta centimetri. Le piante prima ci sono e poi non ci sono più. A proposito, quante erano? C’è chi aveva detto moltissime, durante l’interrogatorio davanti ai carabinieri, mentre ieri si è fermato a una decina in tutto. Molte le contestazioni.Non si è capito troppo bene nemmeno da chi arrivassero gli ordini e come venissero interpretati i disegni del progetto: di sicuro i Benetton hanno ravvisato un comportamento scorretto da parte dell’impresa di costruzioni e della direzione dell’albergo, provvedendo a presentare la querela. Il processo riprenderà il 17 aprile.

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