«Alberi e barriere verdi, la tangenziale passi a Cav»

Il Cocit chiede il cambio di gestione anche della breve tratta oggi di Autovie «Con la società friulana dialogo difficile, non è interessata ai nostri problemi»
Di Francesco Furlan

Trasferire la gestione della tangenziale di Mestre da Autovie Venete - che oggi ne ha la competenza per circa tre chilometri - alla Cav, che gestisce i due terzi della tratta restante, compresa la bretella per il Marco Polo.

È questo, per il coordinamento dei comitati contro l’inquinamento da tangenziale (Cocit), l’unico modo per vedere garantite barriere fono-assorbenti e altri interventi di mitigazione verde. «Autovie, la società concessionaria della Regione Friuli», spiegano Angelo Pistilli e Marco Benozzi, rispettivamente presidente e vice del Cocit, «ci considera come una periferia dell’impero, evitando ogni confronto con noi. Al contrario di Cav, con la quale è sempre stato possibile avere un dialogo». Per questo motivo il Cocit, sostenuto dalle firme delle quasi trecento persone che abitano lungo la tangenziale, cogliendo la palla al balzo della scadenza della concessione di Autovie, ha scritto al ministro delle Infrastrutture, alle due società autostradali, ai presidenti della due regioni e al Comune di Venezia, chiedendo che a occuparsi dell’intera tratta della tangenziale sia proprio la Cav. Una partita, quella della scadenza della concessione, in realtà molto più ampia che potrebbe vedere la nascita di una holding per la gestione dell’intera tratta autostradale del Nordest. Ma, visto da chi abita lungo la tangenziale, il problema riguarda soprattutto gli interventi di mitigazione. E la differenza di approccio, spiegano dal Cocit, nella gestione quotidiana della tangenziale, fino a oggi è stata evidente. «Da pochi mesi, per esempio, Cav ha provveduto a cambiare le vecchie barriere fono-assorbenti nel tratto di propria competenza», accusano, «mentre nel tratto di competenza di Autovie le barriere sono vecchie o assenti».

La lettera, in prima battuta, chiede di arrivare a una nuova classificazione della tangenziale - così che diventi strada urbana - ma poiché il percorso è in salita, l’obiettivo è consegnare l’intera tangenziale nelle mani di Cav. Un passaggio che a Cav non dispiacerebbe affatto perché la gestione di un maggior numero di chilometri si tradurrebbe in una maggiore quota del pedaggi ai caselli dell’A4, oggi ripartiti tra le due società. Il problema, osservano quelli del Cocit, non ci sarebbe se Autovie si impegnasse per una maggiore tutela della salute delle famiglie che abitano lungo la tangenziale, nel tratto compreso tra il Terraglio e il casello dell’A4 in direzione di Trieste. «Ciò però non avviene», è il punto di vista del Cocit, «in questi anni il dialogo è stato impossibile». L’apertura del Passante di Mestre, avvenuta nel 2008, ha alleggerito solo in parte il traffico sulla tangenziale - molto usata per muoversi all’interno della città - dove ancora oggi passano in media 90 mila mezzi al giorno, più auto che tir, quest’ultimi in gran parte dirottati lungo il Passante. «La scienza dice che ogni anno in Italia ci sono 30 mila morti a causa del particolato», aggiungono dal Cocit, «e quello che chiediamo è di essere maggiormente tutelati dalla polveri sottili». Il percorso per ottenere maggiori interventi passerà anche attraverso la proposta di tangenziale verde da inserire nei prossimi Piani d’intervento dell’amministrazione comunale, con la quale tuttavia negli ultimi mesi è mancato il confronto. In programma anche un incontro con l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti, per chiedere a Palazzo Balbi di spingere per la cessione.

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