Alberi abbattuti a Venezia, la protesta: sono pieni di nidi

La decisione di fare piazza pulita nell'area ex Italgas a Santa Marta  è arrivata proprio durante il periodo della nidificazione. Chiesta una proroga dell'intervento: "Per favore aspettate settembre"
Un nido di cinciallegre con i piccoli appena nati
Un nido di cinciallegre con i piccoli appena nati

VENEZIA. Nuova denuncia della Lega italiana protezione uccelli (Lipu) per una situazione di degrado e di abbattimento alberi a Venezia proprio in periodo di nidificazione. La richiesta riguarda Santa Marta, nello specifico l’area dell’ex Italgas, area boscata di circa 70.000 mq situata tra Santa Marta e Scomenzera, uno dei polmoni verdi più vecchi della città.

«L’area», spiegano dalla Lipu, «è da anni in uno stato di abbandono, occupata da impianti dismessi della società Italgas e da alcune palazzine destinate ad uffici, ma proprio per questo motivo era divenuta sede stabile di una ricca biodiversità (merli, colombacci, storni, capinere e tante altre specie tra cui anche rapaci notturni come l’Assiolo), che avevano trovato in quest’area un luogo tranquillo, ma che ora trovano nei cantieri ostacolo innaturale per la loro nidificazione».

A seguito dei rilievi esterni effettuati, la Lipu ha appurato che il sito rimane importante area di riposo e sosta dei molti uccelli anche passeracei in fase migratoria e per questo chiede la sospensione immediata dei cantieri e la ripresa delle attività solo a conclusione del periodo di nidificazione, a settembre.

07.04.2006.- ITALGAS, S.MARTA.- INTERPRESS/AGOSTINI
07.04.2006.- ITALGAS, S.MARTA.- INTERPRESS/AGOSTINI

«È importante, proseguono, «predisporre, con urgenza, un censimento delle specie ornitiche presenti nell’area al fine di stilarne una checklist e di quantificarne l’abbondanza, informazioni queste che ad oggi risultano non disponibili. Su tali basi, sarà auspicabile un coordinamento con le autorità al fine di redigere un piano di riqualificazione del sito che tenga in considerazione di un aspetto così importante e determinante per lo stato di salute dell’area stessa e la salvaguardia e conservazione della fauna selvatica in essa presente».


 

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