Alberghi pieni al 90 per cento a Mestre: «Serve un ufficio turistico»
MESTRE. Alberghi pieni al 90 per cento e moltissimi turisti a zonzo per la città in cerca di locali aperti, plateatici dove sedersi per fare colazione o mangiare una pizza seduti a un tavolino. Chi è rimasto in città a Pasqua e pasquetta, ha potuto rendersi conto che in centro si sentivano molti accenti stranieri. I bar aperti sono stati presi d’assalto non solo dai mestrini che non hanno fatto il ponte, ma anche da moltissimi turisti che hanno scoperto Mestre. Tanto che il direttore Ava, Claudio Scarpa, non ha dubbi: «Quello che serve ora a Mestre è un ufficio turistico».
Il Caffè Diemme dell ’M9, unico aperto a Pasqua tra i locali del Museo, ha lavorato come non mai e a fine giornata i camerieri non si reggevano più in piedi: «Mai avuto tanta ressa», spiegavano, «per tutta la giornata non ci siamo fermati un attimo». Lunedì di pasquetta in piazza Ferretto si faticava a trovare un posto a sedere e tra i tavolini dei bar, si parlavano tutte le lingue. Al Brunch, il locale american style di viale Garibaldi che intercetta tutte le fasce di età, ammette di aver lavorato più con gli stranieri che con i locali.
«Eravamo aperti a pasquetta», spiegano, «saremo aperti il 25 aprile e il Primo Maggio. Questa settimana e anche quella precedente abbiamo lavorato più con i turisti, che qui sono davvero tanti, specialmente al mattino». A dimostrazione del fatto che a saperci fare, i clienti non mancano. Stessa cosa vale per via Palazzo, gettonata dai turisti che si siedono al Vergnano e ordinano uno spritz e un cappuccino (anche assieme) seduti a fianco al loro trolley. La conferma arriva da Alessandro Burgarella, delegato degli albergatori per la terraferma, che si dice molto soddisfatto: «Sto cercando di creare delle sinergie tra gli albergatori», spiega, «anche in vista di eventi come quello dell’Home Festival, l’obiettivo adesso è fare squadra, far nascere delle reti, condividere una linea di comunicazione che possa attivare nuove energie. Sono sicuro che l’aumento di turisti nelle aree mestrine è anche dovuto al fatto che in centro storico si fa una certa campagna terroristica tra maree, flussi, residenti esasperati: forse la gente si è detta “dicono che Mestre è carina, perché non provare” e sono certo che il merito va al cambio di tendenza di noi albergatori, che stiamo rivalutando un’area dove operiamo e che abbiamo ignorato puntando sul centro». Burgarella porta qualche esempio: «Esiste un dialogo aperto con Confcommercio e Confesercenti per organizzare meglio i Black Friday. Il mio sogno sarebbe strutturarli in modo tale che da maggio a ottobre ci sia una seria attività almeno i venerdì e sabato per invogliare i turisti, stuzzicarli.
I negozi potrebbero aprire a mezzogiorno e chiudere alle 22, senza bisogno di andare in straordinario. Si parla di costi, di dipendenti, non faccio i conti in tasca a nessuno, ma non mi sembra così assurdo cambiare il nostro atteggiamento verso il lavoro che svolgiamo in modo non soddisfacente (viste le tante chiusure) e aumentare la produttività dell’attività commerciale». —
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