Albergatori contro sindaci sull’Autostrada del Mare

Il presidente dell’Aja Schiavon chiede di realizzare subito l’infrastruttura «Dobbiamo guardare al futuro con una viabilità moderna legata all’Europa»

JESOLO. Autostrada del Mare, gli albergatori si schierano apertamente per la sua realizzazione senza perdere altro tempo. Una presa di posizione inattesa e molto forte per invocare una viabilità finalmente moderna e di dimensione europea.

Il presidente dell'Aja, Massimiliano Schiavon, vuole premere sull'acceleratore dopo le polemiche, gli interventi dei sindaci contrari a quest'opera. «Ogni anno Jesolo offre lavoro», ricorda Schiavon, «nel solo settore alberghiero, a oltre 5000 persone, ospita poco meno di 6 milioni di turisti, il 51% dei quali stranieri, senza contare un numero imprecisato di avventori pendolari che scelgono il nostro litorale per una giornata o per il fine settimana. E ogni anno le cronache quotidiane locali, e spesso non solo, riportano la notizia di code chilometriche sull’unica via che offre l’accesso alla nostra località. Proiettarsi nel futuro», aggiunge Schiavon, «significa avere la capacità di vedersi nei prossimi 10/15 anni. Molto è stato fatto, ma non basta. Oggi il mercato, il turista e il buon senso ci chiedono di più. Nell’epoca del digitale, del wi-fi in spiaggia, del turismo che socializza le sue esperienze, non è possibile rimanere indietro a livello infrastrutturale».

Una posizione decisa, dunque, nei confronti del progetto sull’Autostrada del Mare per snellire il congestionamento delle vie d’accesso a tutto il litorale. «L’Autostrada del Mare», precisa ancora Schiavon, «non è solo un’opera necessaria allo smaltimento del flusso stradale, ma rappresenterebbe l’esempio virtuoso di un’opera pubblica, magari in project financing, in grado di risollevare l’immagine del Veneto da uno scandalo epocale come quello del Mose. Il Veneto, che molto ha fatto dal punto di vista turistico, può cogliere questa occasione per fare squadra e offrire un’immagine diversa da quella, ahimè, attuale. Non posso immaginare che oggi, in estate, si impieghi meno tempo per andare in Austria che raggiungere Jesolo o Cavallino, da Treviso. Il cieco peàna che ho sentito levarsi a mezzo stampa, e non solo, da alcuni pubblici amministratori incapaci di trovare una dimensione ben superiore al proprio interesse politico è l’esempio di come la nostra classe dirigente dovrebbe usare un po’ di più la regola del buon senso, piuttosto che “Il Manuale del Politico locale”. Oggi le opere pubbliche devono rappresentare il simbolo concreto di una rinascita complessiva».

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