Al via l’udienza per la maxi evasione dei vertici Pam

Il giudice rinvia al 24 ottobre dopo aver respinto le eccezioni Parte civile contro gli indagati il ministero delle Finanze
Interpress Cecchetti Venezia, 04.08.2012.- Cittadella della Giustizia a Piazzale Roma-
Interpress Cecchetti Venezia, 04.08.2012.- Cittadella della Giustizia a Piazzale Roma-

Prima udienza, ieri, per la maxi evasione fiscale contestata dalla Procura ai vertici della Pam, uno dei maggiori gruppi di didtribuzione in Italia, socità che gestisce decine di supermercati con lo stesso nome, gli ipermercati Panorama e lacatenta di ristorazione veloce «Break». Dopo la richiesta di rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale firmata dal pubblico ministero Roberto Terzo, i difensori dei nove indagati, gli avvocati Antonio Franchini, Marco Zanotti, Tommaso Bortoluzzi e Fabio Crea, avevano presentato alcune eccezioni preliminari, che il giudice Andrea Comez ha respinto, rinviando l’udienza al 24 ottobre prossimo. Quel giorno si aprirà la discussione , ma il magistrato, dopo che i legali avevano avanzato le loro richieste, ha già anticipato che i numerosi documenti in lingua tedesca che si trovano tra gli atti verranno tradotti con una perizia sulla base delle richieste delle parti. Il ministero delle Finanze si è costituito con l’avvocato Giampaolo Schiesaro dell’avvocatura dello Stato.

Gli indagati sono l'amministratore delegato di Pam Arturo Bastianello, 49 anni, padovano ma residente a Venezia; il presidente del Consiglio d'amministrazione Giovanni Paolo Giol, 84 anni, trevigiano e anche lui con casa in laguna; il direttore commerciale Salvatore Dina, 53 anni, veneziano; la responsabile amministrativa Maria Trevisanato, 58 anni, di Marghera; il direttore acquisti Fabio Godano, 42 anni, residente a Mirano; Maurizio Guarini, 43 anni, di Cittadella, titolare della «I Dogi spa»; Stefano Negri, 42 anni, di Pisa, titolare della «Alinghi Trade spa»; e Robert Rylance, 63 anni, residente a Brescia, titolare della «Erre Trading» di Lipsia. Stando alle accuse della Guardia di finanza, i nove avrebbero costituito e organizzato un'associazione finalizzata a commettere numerose frodi fiscali tra il 2003 e il 2006 (emissione e utilizzo di fatture e documenti per operazioni commerciali in realtà inesistenti; omessa dichiarazione dei redditi e dell'Iva) impiegando le società del Gruppo Pam e utilizzando quelle di Guarini, Negri e Rylance. Al centro degli accertamenti della «fiamme gialle» la compravendita di cellulari, il cui fatturato per il Gruppo Pam passava dai 258 mila euro del 2000 ai 301 milioni del 2005, scendendo a 39 mila nel 2007, dopo che i finanzieri avevano avviato i controlli fiscali. Secondo il capo d'imputazione, la «I Dogi» di Guarini avrebbe emesso fatture fasulle a favore di Pam per 57 milioni del 2003, per 76 nell'anno seguente, per 141 nel 2005 e per 67 milioni nel 2006, mentre «Alinghi» di Negri fatture per operazioni inesistenti per 285 mila euro.

Giorgio Cecchetti

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