Al via i saldi, i veneziani spenderanno 200 euro a famiglia
MESTRE. Ma quale disaffezione. Ai veneti i saldi piacciono ancora. Ne è convinto Maurizio Francescon, presidente di Cescot Veneto, il Centro studi della Confesercenti regionale, ieri ospite a Stra dell’Associazione dei Calzaturifici Riviera del Brenta per presentare i dati regionali sulle previsioni per i saldi estivi.
Saldi al via sabato prossimo, tanto per cambiare tra polemiche e venti di crisi, ma gli operatori sono comunque ottimisti: a sentire un campione rappresentativo di 905 consumatori veneti infatti, saranno molte le famiglie che, pur con budget limitati rispetto al passato, sfrutteranno le prossime settimane per acquistare prodotti che non potrebbero certo permettersi altrimenti a prezzo pieno.
Le previsioni. I saldi partiranno sabato, per concludersi il 31 agosto. Ad approfittarne saranno non meno dell’80% delle oltre due milioni di famiglie venete, che spenderanno complessivamente qualcosa come 311 milioni di euro. Ognuna di loro investirà negli acquisti in sconto dai 180 ai 200 euro. Ad effettuare i saldi saranno invece oltre 10 mila negozi in tutta la regione. I giochi si faranno per la maggior parte nelle prime due settimane di saldi, ma in alcuni settori cruciali saranno addirittura i primi tre giorni. Già dopo il 31 luglio cominceremo a vedere negozi che relegano i saldi in un angolo per rilanciare altri prodotti.
In provincia. Dal punto di vista dei consumi il Veneziano si piazza al secondo posto nelle previsioni di spesa per provincia, con circa 65 milioni di euro, dietro solo a Verona, con 67 milioni. È una classifica che rispecchia grossomodo la spesa generale nell’intero arco dell’anno. Nel 2011 in provincia di Venezia sono stati spesi, nell’arco dell’intero anno, un miliardo e 200 milioni di euro a famiglia per vestiario, calzature e pellicceria. Anche in questo caso solo i veronesi hanno aperto di più il loro portafoglio, spendendo un miliardo e 250 milioni a famiglia. Dopo Venezia c’è la provincia di Padova, con un miliardo e 60 mila euro a famiglia, poi Vicenza, Treviso, Rovigo e Belluno fanalino di coda. Un totale regionale di 5 miliardi e 750 milioni di euro spesi dai veneti in un anno.
Tendenza. Crisi dei consumi e carovita si faranno sentire anche nella campagna promozionale estiva, ma meno di quanto ci si potrebbe attendere. La contrazione, peraltro lieve, riguarda solamente la spesa media per famiglia: quest’anno sarà di 2.760 euro, nel 2012 era stata di 2.817. A tenere è il numero di famiglie che, proprio a causa delle crisi, sfrutteranno le svendite per acquistare in sconto prodotti altrimenti fuori budget. In calo anche la spesa media per famiglia: se lo scorso anno in Veneto oscillava intorno ai 210 euro, in questo 2013 dovrebbe assestarsi tra i 190 e i 200 euro a nucleo.
Prodotti. Ad essere i più richiesti saranno prodotti di calzatura, che per la prima volta supereranno la grande categoria del vestiario. Poi, nell’ordine, camiceria, capi spalla, accessori e abbigliamento giovane. È anche questo un indice della crisi: della scarpa non si può fare a meno, mentre l’abito può durare una stagione in più, anche se non più alla moda.
Motivazioni. Si acquista in saldo soprattutto per risparmiare, ma con un occhio sempre puntato alla qualità. Il 37,3% dei veneti acquisterà prodotti scontati cercando a buon prezzo il Made in Italy. Il 22,1% aspetta i saldi anche per acquistare prodotti che non poteva permettersi a prezzo pieno, mentre il 16,3% sono “saldisti” puri, cioè consumatori che acquistano ormai solamente durante i saldi.
Polemiche. «I saldi rimangono una grande occasione per i consumatori della nostra regione», spiega Francescon, «nonostante le polemiche sulla data di inizio e le iniziative promozionali camuffate da parte di alcune catene di distribuzione, una sorta di saldi anticipati che fioriscono in questi giorni, i nostri consumatori continuano a manifestare fiducia nelle occasioni offerte dai negozi durante il periodo ufficiale dei saldi». Secondo Francescon altre forme di liquidazione e sconti anticipati sono scorretti non tanto verso gli altri operatori del settore, ma verso gli stessi consumatori.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia