Al Lido spiagge nuove, ma clienti fedeli: resiste il mito del mare di Venezia

LIDO DI VENEZIA. Complice il maltempo di inizio stagione e nonostante gli investimenti da parte degli stabilimenti balneari, tra giugno e luglio le presenze nelle spiagge del Lido sono in calo del 4% rispetto ad un 2018 “eccezionale”.
Ne è convinto Marco Damiani, coordinatore del Consorzio balneari lidensi. «Abbiamo perso maggio a causa di freddo e piogge – spiega – e questo è un vero peccato, perché è impossibile recuperare quei 30 giorni a ottobre».
La stagione 2019, secondo le previsioni del Consorzio, si chiuderà quindi con un numero di presenze vicino all’80-83% (sommando i clienti stagionali e gli occasionali in vacanza) del totale delle capanne messe a disposizione. Una flessione, dunque, che coincide con una stagione da almeno mezzo milione di investimenti da parte degli stabilimenti.

«Gli imprenditori – aggiunge Damiani – quest’anno si sono rimboccati le maniche. In molti casi, ci sono stati riammodernamenti per i servizi sanitari, docce e ombrelloni. Il calo di presenze, però, non ci preoccupa. Si tratta di una flessione ciclica. Il prossimo anno andrà meglio perché la clientela si renderà conto degli sforzi economici per rendere le spiagge più fruibili».
Il quadro d’insieme, che comprende i tredici stabilimenti del litorale lidense, ha al suo interno numeri e problematiche assai diverse l’una dall’altra. Il Consorzio Alberghi, ad esempio, è dato in crescita di un +3% rispetto alla passata stagione. «Su 240 capanne totali – spiega Stefano Crovato, il direttore – abbiamo un’occupazione vicina al 90%».
Da quest’anno, poi, lo stabilimento si è dotato del servizio wi-fi come previsto dal piano particolareggiato degli arenili, e organizza aperture serali, concerti e corsi di yoga. Venezia Spiagge, invece, da quest’anno è alle prese (oltre alla tradizionale Zona A) anche con la nuova gestione degli ombrelloni al Blue Moon al posto della spiaggia libera (trasferita all’ex ospedale al mare). Dopo le prime settimane di rodaggio, ora sono oltre un centinaio al giorno le presenze.

Nelle ultime settimane, però, la nuova concessione al Blue Moon è stata al centro di un equivoco: numerosi bagnanti venivano ripresi dopo aver steso l’asciugamano in un tratto di sabbia in riva al mare, al di fuori dell’area di giurisdizione del concessionario
. «C’è qualche irriducibile che continua a sostare nei cinque metri di battigia dove la Capitaneria dice che non si potrebbe stare – spiega il direttore Sebastiano Perini – ma è un periodo di transizione. Il nostro compito è dare informazioni circa la spiaggia libera attrezzata, e suggerire di spostarsi di poche centinaia di metri. Di più non possiamo fare, ma è una questione di abitudine vista la novità di quest’anno».
Nei tre stabilimenti ex Ciga (Excelsior, Des Bains e Quattro Fontane), numerose sono le schiere di capanne chiuse. E l’impressione di uno svuotamento è confermata anche dai clienti: «Visti i numerosi divieti, i bambini si spostano altrove» dice Maria Pia Tacconi, storica cliente del Des Bains.

Per Daniele Trombacco, direttore commerciale dell’Excelsior, i numeri però sono positivi: «Le prenotazioni crescono di un 20% dal 2018. Le capanne vuote? Quelle nei paraggi dell’albergo sono riservate alla clientela dell’Excelsior e la loro apertura coincide con la permanenza nell’hotel».
Con il 60% di capanne vendute (su un totale di 218), lo stabilimento Miramare combatte invece contro l’apertura notturna dei cancelli. «Vorrei tenere chiuso – spiega il direttore, Paolo Piccolotto – ma è contro la legge». Il problema sono i raid vandalici, che riescono a eludere anche telecamere e sorveglianza privata: 30 porte rotte nel giro di due mesi, sdraio distrutte, tavoli divelti.
«Da inizio stagione – lamenta Piccolotto – abbiamo ricevuto almeno 20 mila euro di danni, soldi che vanno a sommarsi alla ricostruzione dell’ufficio per problemi burocratici. Così, quest’anno siamo stati costretti ad aumentare del 2,5% le quote per rientrare dei costi». —
Eugenio Pendolini
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