Al Lazzaretto si scava con gli esperti australiani

Due nuovi scavi al Lazzaretto Nuovo. Che stanno portando alla luce nell’area del Camposanto e dell’antico Casello delle polveri i resti umani dell’ultima epidemia di peste del Cinquecento. Con importanti scoperte archeologiche e storiche come le fondazioni e le mura del convento medievale benedettino e le fosse comuni dove venivano sepolti gli appestati con tutti i loro vestiti e averi.
L’Archeoclub di Gerolamo Fazzini continua la sua attività di ricerca e conservazione delle due isole demaniali della laguna destinate a diventare museo archeologico: il Lazzaretto Nuovo e il Lazzaretto vecchio. Due importanti accordi di collaborazione sono stati firmati con le Università di Modena e di Padova per la ricerca sui materiali e il Dna, per arrivare a una datazione esatta dei ritrovamento. Gli scavi al Lazzaretto Nuovo sono in corso in collaborazione con esperti dell’università australiana di Perth coordinati dal professor Ambika Flavel. «Continuano anche le visite guidate nell’isola», dice Gerolamo Fazzini, fondatore di Archeoclub e da anni animatore del’attività culturale dell’isola. Il Lazzaretto Nuovo è adesso una mèta obbligata di studenti e appassionati di archeologia, per ammirare il Tezòn Grando, l’edificio antico più grande della laguna dopo le Teze dell’Arsenale, dove erano custoditi i sospetti malati di peste in quarantena e le merci provenienti dall’Oriente. Scritte e disegni originali, ritrovamenti e un paesaggio magnifico, con l’osservatorio sulla laguna Nord e l’itinerario delle sentinelle.
Novità anche per il Lazzaretto vecchio, restaurato anni fa dal Magistrato alle Acque e adesso affidato anch’esso in concessione ad Archeoclub. Dopo qualche peripezia i volontari sono riusciti a ottenere l’appoggio di importanti enti di ricerca olandesi, che hanno assicurato il loro appoggio. Installato anche il nuovo pontile, che adesso ha avuto l’autorizzazione della Soprintendenza e del Magistrato alle Acque, con cui si potrà facilmente sbarcare arrivando dal Lido.
È pronto a partire da tempo il grande progetto di rivitalizzazione delle isole della laguna che tengono aperto adesso solo grazie al lavoro dei volontari di Fazzini. E l’aiuto di piccole associazioni e appassionati che collaborano per ripulire e organizzare le visite guidate. «Ma questo potrebbe presto trasformarsi in un grande occasione di lavoro per i giovani», dice Fazzini. Il materiale per allestire il museo archeologico non manca, la bellezza e l’importanza storica delle due isole è fuori discussione. L’appello è adesso alla burocrazia e alla politica. Prima che i volontari se ne vadano e anche i Lazzaretti vengano di nuovo abbandonati o trasformati in albergo.
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