Al Civile un’eccellenza nella cura dell’epilessia «Unica nel Veneto»

Un’eccellenza della sanità pubblica, unica in tutto il Veneto, proprio nel cuore del centro storico lagunare a dispetto dei cronici problemi di carenza di personale e del rischio di ridimensionamenti. In grado di curare i casi più gravi, in cui il dramma della malattia neurologica sembra avere la meglio addirittura sui farmaci.

È il Centro Epilessia dell’ospedale Civile, riconfermato nei giorni scorsi - per il quarto triennio consecutivo e con una targa affissa proprio all’interno del reparto dal direttore dell’Usl 3, Giuseppe Dal Ben - come “centro di terzo livello”. Tanto prestigiosa quanto poco conosciuta tra gli stessi residenti, il riconoscimento è stato ottenuto per la prima volta nel 2011 dalla Lega Italiana contro l’epilessia (Lice). All’epoca si trattava del primo attestato in tutto il Triveneto. E la sua specificità sta proprio nel riuscire ad occuparsi dei pazienti “resistenti” alle terapie farmacologiche. L’epilessia infatti è una delle più comuni malattie neurologiche - solo in Italia si contano 30 mila nuovi casi all’anno - che può manifestarsi nei primi due anni di vita o, per il 30% dei casi, dopo i 70 anni. Le cause e le manifestazioni dell’epilessia possono essere molto diverse.

Le crisi epilettiche, il sintomo della malattia, sono legate a un’alterazione della corteccia cerebrale dove sono presenti neuroni che possono comunicare tra loro in modo anomalo creando un eccesso di eccitabilità-iperattività. E se le terapie di farmaci in molti casi possono restituire una vita normale, sono efficaci nel 75% dei casi. Per il restante 25%, gli attacchi continuano anche durante la terapia. «A questi pazienti con epilessia farmacoresistente», spiega Francesco Paladin, primario di Neurologia dell’Ospedale Civile, «diamo la possibilità di iniziare l’iter pre chirugico, mediante il monitoraggio video durante il ricovero». Già perché nei casi di pazienti che resistono ai farmaci, se l’epilessia nasce da un’area cerebrale limitata che non ha funzioni particolarmente importanti, si procede con un intervento chirurgico. «Altrimenti», continua Paladin, «si ricorre ad esempio alla neurostimolazione vagale oppure alla dieta chetogenica, che permette di ottenere il controllo completo e protratto delle crisi».

Grazie alla collaborazione con i neurochirurghi di Mestre, il reparto è stato anche riconfermato Centro regionale per gli impianti di stimolazione vagale (Vns), tecnica di chirurgia palliativa dell’epilessia farmaco resistente che permette una riduzione della frequenza delle crisi, migliorando la qualità della vita. —

Eugenio Pendolini



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