Al Carrefour di Portogruaro scatta il contratto di solidarietà

Trenta ore settimanali al posto di trentotto,  l’azienda farà rientrare la richiesta di 40 esuberi. Ma si lavorerà la domenica

di Gian Piero del Gallo

PORTOGRUARO. Lavorare meno per lavorare tutti. A fine 2012, all'Ipermercato Carrefour, c'erano 40 esuberi che sono stati salvati dal contratto di solidarietà già in vigore ormai da qualche giorno. È stato questoil tema del confronto tra la direzione del Carrefour e i rappresentanti di Cgil-Cisl e Uil. Un accordo che alla fine ha portato al contratto di solidarietà sul quale è stato indetto un referendum da cui è uscita la completa disponibilità dei 200 dipendenti.

Con questo sistema di contratto, l'industria tedesca ha risolto molte delle sue incertezze. L'accordo in Carrefour prevede la riduzione dell'orario di lavoro del 25%, da 38 ore a 30 ma con la possibilità di recuperare le ore perse la domenica, diventata ormai giorno fisso di apertura al pubblico. «Un accordo che tiene conto della situazione in cui si sarebbero venute a trovare 40 famiglie», dice Alessandro Visentin della Uiltucs, «tenendo presente che il lavoratore non perderà nulla se non fare il sacrificio di recuperare le ore la domenica. Siamo tutti convinti che questa soluzione, prevista per un anno, riuscirà a riportare la situazione nella normalità».

Dalla sua il Carrefour, al contrario di quanto accade nelle sedi di Marcon e Tavagnacco, ha la nuova galleria di Adriatico 2, un gioiello che sta attirando gente da ogni dove tanto che domenica le presenze hanno superato le 25.000 unità che si sono riversate anche nel settore alimentare. Ci sarebbero perciò tutti i presupposti perchè la decisione presa superi il traguardo fissato. Alla firma dell'accordo con l'«zienda, erano presenti oltre ad Alessandro Visentin della Uiltucs, Paolo Baccaglini della Cgil ed Andrea Stevanin della Cisl. Tra i dipendenti le reazioni paiono positive. «È stata una scelta intelligente perché nessuno poteva sapere chi di noi sarebbe andato a casa», dice un magazziniere, «così invece non perdiamo nulla e manteniamo il posto di lavoro. È chiaro che ci guadagna anche l'azienda ma l'alternativa sarebbe stata drammatica».

«Io ho due bambini», dice una cassiera, «con un marito in mobilità, il mutuo e l'Imu da pagare su una casa che non è ancora mia e chissà se lo diventerà mai». Sulla soluzione Carrefour il positivo giudizio del sindaco Antonio Bertoncello: «Stiamo vivendo una situazione che non ha precedenti, ed anche se non bisogna far diventare regola l'eccezione l'operato congiunto di azienda e sindacati che hanno sottoscritto il contratto di solidarietà è senza alcun dubbio apprezzabile. Il Carrefour è la prima azienda del nostro Comune quindi credo che l'adozione del contratto di solidarietà sia stata la soluzione più consona, per dare una maggiore tranquillità ai lavoratori ed alle loro famiglie».

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