«Aiuto, la nave affonda non trovo più i bimbi!»
La nave sta affondando, mi hanno caricato sulla scialuppa, ma non vedo più i bambini. Dove sono i miei bambini?...», poi il silenzio e quelle lacrime si perdono nella notte. La linea cade. Sono le 23.15 di venerdì quando Claudia Dei Rossi chiama col cellulare la sorella Giorgia a Murano. Claudia è sopravvissuta al naufragio della “Costa Concordia”, ha trovato i suoi due bambini di sette e due anni poco dopo sull’isola del Giglio. Anche loro incolumi. Erano in un’altra scialuppa con il padre Marco Pizziol. Poco dopo la coppia ha ritrovato anche Ermenegildo Dei Rossi e Rita Costantini, i genitori di Claudia. I sei venezinai a bordo di quella maledetta nave. Sono partiti sabatto ella scorsa settimana per la crociera. Ieri sera erano ancora in viaggio per rientrare a Ca’ Savio dove vivono.
«Per noi è stata una notte da incubo. Non abbiamo mai dormito. Il telefonino di mio cognato suonava a vuoto. Quello di mia sorella era spento e il telefonino di mio padre era sempre occupato. Abbiamo acceso la televisione, abbiamo guardato in internet. All’inizio le notizie non erano preoccupanti, ma noi avevamo sentito mia sorella disperata», continua Giorgia.
«Ci siamo attaccati al telefono e chiamato i carabinieri ma anche loro avevano poche notizie. E’ stata una notte terribile, senza una notizia e con le immagini che mostravano la nave oramai tutta su un fianco. Poi alla fine, al mattino, siamo riusciti a parlare con mio padre, l’unico che ha salvato il cellulare. Mia sorella lo ha perso nella scialuppa mentre mio cognato lo ha lasciato in cabina. Hanno visto la morte in faccia, Si sono persi subito quando la luce è sparita. Si sono ritrovati dopo un po’. Appena sbarcati al Giglio sono stati portati nel campo di raccolta e ospitati in tende. Stanno tutti bene, hanno cercato da subito di ripartire per tornare a casa ma non è semplice. Alle 14 erano ancora al Giglio dovevano essere registrati. Hanno rischiato di morire a poche ore dall’arrivo a Savona. Non vedo l’ora di riabbracciarli».
Apprensione anche nella famiglia di Rita, sorella di Ermenegildo che vive a Burano: «Ci hanno chiamato stamattina presto dall’isola del Giglio – conferma assieme al marito Erminio Senigaglia, « hanno raccontato del naufragio del quale non sapevamo nulla, perché non avevamo ancora acceso la televisione. Fortunatamente sono riusciti a mettersi in salvo e stanno tutti bene».
Una giornata vissuta con il batticuore quella dei parenti dei Dei Rossi residenti a Burano. L’hanno trascorsa davanti alla televisione accesa ad ascoltare le edizioni speciali dei tg sulla tragedia della Costa Concordia per vedere un volto noto seppure stravolto dall’esperienza.
«Si trovavano nella sala da pranzo della nave quando hanno udito il botto tremendo che ha causato l’immediato black out della luce elettrica. Poi le urla, il panico, l’arrivo separati alle scialuppe di salvataggio mentre la nave si stava già inclinando su un lato. Mia nipote Claudia Dei Rossi si è trovata a salire su una scialuppa senza il marito Marco Pizziol né figli piccoli facendosi il tratto di mare fino all’isola del Giglio senza avere notizie di loro. Per fortuna si sono reincontrati tutti sull’isola anche con mio fratello Ermenegildo e sono stati poi inviati al centro di accoglienza allestito dal Governo».
«Oltre ad aver perso tutto», continuano, «si sono trovati solo con il cellulare mezzo scarico di Ermenegildo che ha dovuto centellinare le chiamate per non rimanere isolato del tutto e lasciarci in apprensione. Ora ci hanno detto che partiranno per il ritorno appena possibile, forse in treno a loro spese ed arriveranno in nottata. Ancora non hanno avuto il permesso di lasciare il centro di accoglienza».Poi la voce si rompe per l’emozione e la cornetta rimane in silenzio qualche istante. «Li abbiamo appena visti al Tg3», spiega il cognato di Ermenegildo, Erminio Senigaglia, «nel servizio del telegiornale si vedevano sani e salvi, che sollievo. Ora speriamo solo di riabbracciarli al più presto».
Francesco Macaluso
Carlo Mion
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