«Aiutami, qui mi vogliono ammazzare»

Cavarzere. L’appello dal Messico dell’imprenditore Alessandro Bozzato alla sorella. Non dà più notizie da sabato
Immagini d'archivio di una sparatoria a Città del Messico, nel riquadro Alessandro Bozzato
Immagini d'archivio di una sparatoria a Città del Messico, nel riquadro Alessandro Bozzato

CAVARZERE. Per mesi ha vissuto in clandestinità. Senza documenti, nascondendosi a casa di amici, i pochi rimasti, per sfuggire a un pericolo tutto ancora da definire. Come un latitante. Per poi sparire nel nulla.

Da sabato non si hanno più notizie di Alessandro Bozzato, 53 anni, imprenditore cavarzerano, adottato da Lucca, emigrato 20 anni fa in Messico, dove ha fatto fortuna. La settimana scorsa, prima che si perdessero le sue tracce, ha inviato una raffica di messaggi vocali intrisi di disperazione alla sorella Erica Bozzato attraverso Whatsapp: «Ti prego, fai in modo che possa tornare in Italia, qui mi ammazzano». L’sos rimbalza da Città del Messico, una delle metropoli più popolose e affascinanti del mondo, fino a Cavarzere, dove abita la sua famiglia di origine, passando per Lucca, dove invece vivono l’ex moglie, figli e altri parenti del 53enne.

Intrigo internazionale. Un mistero che sta facendo il giro del globo. E di cui da ieri si stanno occupando la Farnesina per quanto riguarda i rapporti internazionali e i carabinieri sotto il profilo delle indagini. Un’inchiesta serrata e riservatissima che si propone di rispondere a due interrogativi: che fine ha fatto Bozzato? E chi lo perseguita tanto da fargli pensare di voler essere ammazzato? Quali interessi si muovano dietro questo intrigo è ancora da scoprire. Le certezze sono poche. Ma i fatti parlano da sé, e raccontano una storia inquietante e ricca di colpi di scena. Il primo risale alla scorsa estate. C’è un video, girato dalle telecamere di sicurezza della sua villa, a Città del Messico, che lo stesso Bozzato ha inviato a sua sorella.

Blitz armato in villa. Nelle immagini compare una data: 8 agosto 2017. Un gruppo di uomini irrompe nell’abitazione: quegli sconosciuti hanno addosso grosse armi, forse mitra. Sono tanti, agiscono sicuri, si avventano con violenza sugli oggetti. Mettono tutto sotto sopra, sembra che cerchino qualcosa. Poi uno di loro si accorge della presenza di un occhio elettronico, ci si avvicina e lo spacca col calcio dell’arma che imbraccia. Bozzato, che in quel momento fortunatamente non è in casa, riesce a vedere il filmato dal telefonino, collegato all’impianto di sicurezza, e lo gira alla sorella che, tramite la sua avvocata, Rita Sofia Tiengo del foro di Rovigo, lo invia alle forze dell’ordine e alla Farnesina. In quel blitz, dall’appartamento spariscono documenti, tra cui il passaporto dell’imprenditore, che così è condannato a non poter lasciare il Paese, almeno per un po’. Seguono mesi di caccia all’uomo, cui Bozzato vive col fiato sul collo. Ma chi sono i suoi nemici?

Messico, terra promessa. Facciamo un passo indietro, e torniamo ad alcune decine di anni fa. Bozzato è un brillante imprenditore. Dopo aver iniziato la sua carriera in Veneto, si trasferisce a Lucca dove si sposa e mette su famiglia. Il suo settore è il campo farmaceutico, dove riesce a raggiungere buoni risultati. Finito l’amore, divorzia dalla moglie lucchese e torna per un periodo a Cavarzere. È in questa fase che decide di emigrare all’estero, sfruttando un’occasione in Messico: in quel Paese vede un approdo dove poter avere successo. E ci vede giusto. A Città del Messico e poi a Querétaro (nella parte centrale del Paese) Bozzato fa fortuna: riesce a mettere su un’impresa di medicinali e di macchinari farmaceutici, e poi ad espandersi nel ramo dell’edilizia. Trova anche una compagna, con cui ha tre figli. Tutto procede bene finché entra in società con un’altra persona, di cui per ora non si conosce l’identità. E di cui il 53enne fa cenno nei messaggi inviati ad Erica dicendo di aver subìto un danno economico da parte del socio.

Lo sfogo via chat. Lo racconta la sua avvocata, Rita Sofia Tiengo: «La mia assistita è venuta nel mio studio lunedì mattina, molto allarmata: tra mercoledì, giovedì e sabato della scorsa settimana ha ricevuto una serie di messaggi da parte del fratello, tutti vocali, perché lui aveva timore di essere intercettato. Alessandro appare terrorizzato, parla di un pericolo imminente, dice di temere di essere ucciso, piange, è angosciato ed esprime diffidenza verso chiunque. Alla sorella ripete: «Non fidarti di nessuno, io cambio sempre cellulare». E le chiede esplicitamente di rivolgersi alla Farnesina, cosa che lunedì abbiamo fatto tempestivamente». Già ieri mattina il Ministero degli Esteri ha telefonato ad Erica cercando di tranquillizzarla e rassicurandola sul fatto che il caso del fratello è stato preso in carico. «Bozzato racconta anche del blitz armato subìto in casa», spiega la legale, «e fa riferimento a questo socio: un uomo che in un primo momento non aveva destato sospetti, ma che invece poi si sarebbe rivelato un personaggio losco». Ad oggi l’ultima connessione di Bozzato al cellulare risale allo scorso sabato.

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