Ai Murazzi il mare per tutti tanta gente, nessun servizio

Dalla necessità di risparmiare per la crisi, fino al successo degli ultimi anni Ma mancano i wc e le docce, i punti ristoro e la sorveglianza dei bagnini  



I Murazzi sono sempre più meta preferita da lidensi e veneziani quale luogo per vivere la stagione balneare in maniera diversa. Dieci anni fa c’era solo l’imbarazzo della scelta per trovare un posto dove stendere un asciugamani e prendere il sole. Oggi, invece, specie nel fine settimana la concorrenza tra pennelli e scogliera è quanto mai una realtà. I motivi sono presto detti, in questo cambiamento storico delle abitudini balneari dei residenti. Da un lato la crisi economica ha allontanato le famiglie, specie alcune fasce di età, dall’affitto delle tradizionali capanne, e a questo si è aggiunta la voglia di vivere la spiaggia in una maniera diversa, immersi nella natura. Un qualcosa di simile lo si vede infatti anche lungo l’arenile libero degli Alberoni. Il problema, tuttavia, è la completa assenza di servizi: dai bagni alle docce, dai punti di ristoro al servizio di sorveglianza dei bagnini in mare.



Da più parti si osserva anche l’aspetto sicurezza, e c’è chi avanza l’idea che possa essere creata una società ad hoc. «Abbiamo capito che i Murazzi sono un’opera ingegneristica di difesa a mare e non uno stabilimento balneare, ma se sempre più persone li frequentano, un motivo ci sarà», osservano Paolo e Marino, due frequentatori abituali. «Si sta bene, c’è tranquillità, nessuno dà fastidio e con la diga soffolta si è creata nel tempo anche la spiaggia. Sappiamo anche che in teoria la gente qui non ci dovrebbe stare per i divieti in vigore, ma se qualcuno venisse a dare delle multe scoppierebbe una rivoluzione. Ragion per cui chiediamo al Comune o a chi possa ascoltare delle proposte, di pensare che ai Murazzi ci sono migliaia di bagnanti che scelgono questa forma di balneazione, e servirebbero dei bagnini con delle barche o anche solo postazioni lungo i pennelli per intervenire in caso di bisogno. Cornuti e mazziati non va bene». Da una delle capanne in legno create con materiali portati dal mare, la signora Claudia aggiunge: «Questa è vita, questa è pace vera per viversi il mare. Qui la gente non gira nuda, non si droga, non crea problemi, sa convivere con gli altri e i Murazzi non sono un luogo di degrado. Ma non devono essere abbandonati, sono una risorsa per le persone che non possono permettersi una capanna in spiaggia, e se c’è un’emergenza serve anche la garanzia di soccorso».



E così in tanti stabilimenti dell’isola si contano le capanne vuote, al Des Bains i bagnanti protestano perché all’8 luglio il bar della Pagoda è ancora chiuso, mentre i Murazzi sono gettonatissimi e per la spiaggia libera agli Alberoni gli imprenditori locali hanno promosso addirittura una petizione per fornire quei tratti di arenili di docce, bagni e aree ecologiche per la raccolta differenziata dei rifiuti.



Nella stesura dell’ultimo Piano particolareggiato degli arenili era anche stato chiesto che fossero previsti servizi ai Murazzi, ma il non essere un’area definibile stabilimento balneare ha impedito ogni passo, tanto che l’assessore ad Ambiente e urbanistica, Massimiliano De Martin, ha ricordato questi aspetti: «L’essere un’opera ingegneristica di difesa a mare toglie i Murazzi dal piano già in partenza, e non per colpa nostra. Creare servizi nelle spiagge libere in futuro, e con fondi disponibili, potrebbe essere preso in considerazione, ma ai Murazzi non si può. Sugli Alberoni faremo sopralluoghi e verifiche, però quella è un’area Sic, c’è un’oasi e non si possono tagliare le dune per far passare tubi».



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