Agrivillage non decolla ritardi nei pagamenti
MUSILE. Il promotore di Agrivillage, la ditta Antonio Sv, non ha versato al Comune di Musile, entro il termine prestabilito, i 100 mila euro pattuiti come anticipo degli oneri di urbanizzazione. Dall’opposizione il centrosinistra attacca, chiedendo al Comune di fare chiarezza. Ma proprio l’amministrazione comunale si è già mossa: dopo aver inviato alla società due diffide, è stato interessato un avvocato per l’avvio di un’eventuale azione legale.
La società, a cui fa capo il progetto di Agrivillage, si era impegnata a versare la somma nell’ambito della richiesta avanzata al Comune di ulteriore proroga di sei mesi della validità della variante urbanistica. Un’istanza motivata con la necessità di consentire a un nuovo possibile investitore, il magnate Roger Tamraz, di valutare il progetto. Dopo che il consiglio comunale ha approvato la proroga, l’Antonio Sv aveva tempo fino al 29 aprile per pagare. Ma, a distanza di due settimane, il denaro non risulta ancora versato.
«A fronte di tutto questo, come Insieme per Musile», attacca il consigliere Roberto Montagner, «non possiamo nascondere la nostra preoccupazione e ribadire per l’ennesima volta al sindaco la necessità non più rinviabile di pretendere risposte certe e verificabili da chi oggi rappresenta Agrivillage». Il centrosinistra invita il Comune a percorrere le vie legali nei confronti dell’Antonio Sv per ottenere il rispetto degli impegni sottoscritti. «Infine chiediamo la convocazione urgente di un consiglio comunale straordinario con la presenza dei legali rappresentanti di Agrivillage e del finanziere Tamraz», conclude Montagner, «per fare chiarezza, una volta per tutte, sulle reali disponibilità e volontà degli investitori. Pretendere chiarezza su Agrivillage pensiamo sia interesse di tutti».
Il sindaco Silvia Susanna chiarisce che il Comune ha già attivato tutte le procedure legali del caso. «Gli uffici comunali hanno mandato due diffide ed è stato incaricato un avvocato, a cui abbiamo trasmesso tutta la documentazione», chiarisce Susanna. Che, invece, si dice contraria alla richiesta di consiglio straordinario. «Ricordo che la proroga concessa è di sei mesi. Quindi il finanziere Tamraz e il suo avvocato Milic hanno tempo sei mesi per dare una risposta ed eventualmente andare avanti con il progetto», conclude Susanna, «non è possibile chiedergli ogni 15 giorni se abbiano deciso o meno. Altrimenti tanto valeva che, invece di sei mesi di proroga, gliene dessimo solo due».
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