Aggressioni con pitbull e coltelli in via Piave, sgominata banda di tunisini

Operazione dei carabinieri, le telecamere hanno portato all’identificazione. L’episodio più feroce alla vigilia di Natale

Marta Artico
Le immagini della videosorveglianza che hanno permesso ai carabinieri di risalire alla banda
Le immagini della videosorveglianza che hanno permesso ai carabinieri di risalire alla banda

Prendevano di mira connazionali e stranieri di origine africana. Per un portafoglio, il cellulare, il monopattino, aizzando persino un pitbull per riuscire a farsi dare quello che volevano e senza troppi fronzoli, se non ci riuscivano, non esitavano ad aizzarlo contro le vittime. Una violenza cieca che tra Natale e Epifania ha bagnato di sangue il quadrilatero di via Piave, tra il sottopasso di via Dante, la stazione e la zona di via Ca’ Marcello, a Mestre.

La banda

I carabinieri di Mestre hanno sgominato una banda di quattro tunisini e un portoghese, tutti giovanissimi, il più “anziano” ha trent’anni, in carcere per aver seminato il terrore nel rione Piave. Su delega della procura della repubblica di Venezia, il 24 febbraio i carabinieri del nucleo radiomobile hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare emessa nei confronti di 5 indagati (4 tunisini e 1 portoghese) responsabili in concorso di rapina aggravata e lesioni personali.

Le aggressioni in serie

La più feroce, la doppia aggressione in due atti della vigilia di Natale, quando la banda ha rapinato un cittadino gambiano, nel sottopasso che collega Marghera a Mestre. Il gruppo lo ha seguito. Una volta raggiunto un punto isolato, lo ha accerchiato e, sotto la minaccia di un coltello, ha costretto il gambiano a farsi consegnare il monopattino. Non contenti, i cinque giunti nella zona della stazione ferroviaria, hanno sfogato la loro violenza contro un tunisino, loro connazionale, trafiggendogli la mano e ferendolo a più riprese alla schiena.

Il motivo non è ancora chiaro, forse il tunisino aveva adocchiato il monopattino. Ennesima rapina finita nel sangue il 30 dicembre, sempre in zona stazione. Questa volta la preda è un tunisino morso al fianco dal “pitbull” aizzatogli contro dai due connazionali, e successivamente ripetutamente colpito con pugni e con una bottiglia di vetro al capo per sottrargli cellulare e portafoglio con 220 euro all’interno. Infine il 5 gennaio l’aggressione da parte dei soliti tunisini con il pitbull appresso, a un nigeriano, colpito con un coltello da cucina alla testa.

Evidente la violenza spinta, forse causata da conti in sospeso, debiti, o ancora droga. Negli scontri dei giorni di festa erano rimasti feriti anche due agenti Polfer.

Le indagini

I militari hanno raccolto testimonianze, visionato i video delle telecamere, interrogato i feriti, per giungere agli aggressori. Nel corso della perquisizione effettuata a casa dei tunisini, i carabinieri hanno trovato i vestiti usati durante la rapina della vigilia di Natale, oltre a una frusta che si usa per l'autodifesa e un martello, sotto sequestro.

I tre tunisini sono stati portati in carcere a “Santa Maria Maggiore”. Al cittadino di origine portoghese, il provvedimento cautelare è stato notificato nel carcere di Bari, dove si trovava già detenuto per un’altra causa, mentre il quarto tunisino, il proprietario del cane, è stato localizzato in Tunisia, dove era stato rimpatriato a gennaio a seguito di provvedimento di espulsione dal territorio nazionale. —

 

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