Aggressione a Battiston Indagini a una svolta

I carabinieri stringono il cerchio attorno ad alcuni conoscenti dell’anziano Il sindaco di Campagna Lupia: «Spero che la magistratura faccia chiarezza»
Di Alessandro Abbadir

CAMPAGNA LUPIA. A rapinare Giuliano Battiston e di fatto a spingerlo al suicidio in preda al terrore sarebbero state delle persone del paese. Dei conoscenti, gente che riteneva amici che lo stesso Battiston aveva fatto entrare nella sua casa in via Marghera a Lughetto di Campagna Lupia il 14 aprile scorso. Ora i carabinieri stanno chiudendo il cerchio attorno a loro.

Qualcosa è andato storto quel giorno. Una discussione è degenerata in rapina con il ferimento dello stesso anziano. I banditi però sarebbero persone molto vicine al contadino in pensione. I carabinieri sembrano escludere ipotesi di ricatto tra le piste che ora stanno seguendo.

A conferma di questa direzione delle indagini sarebbe proprio il bigliettino che Battiston ha lasciato prima di togliersi la vita impiccandosi: «Mi scuso con tutti, ma quello che ho denunciato nei giorni scorsi ai carabinieri non è del tutto vero. Le persone che mi hanno rapinato non erano degli estranei ma dei conoscenti, persone che ritenevo amici».

E che qualcosa non quadrasse i carabinieri lo avevano subito intuito. Le modalità della rapina raccontate da Battiston infatti erano anomale. I rapinatori il 14 aprile erano arrivati fin sotto casa di Battiston con l’auto. L’anziano contadino ci aveva spiegato, in una intervista al nostro giornale subito dopo l’aggressione, che i criminali «se li era trovati in cucina direttamente». Insomma degli estranei che nella prima versione fornita prima del suicidio, lo avevano rapinato portandogli via un portafoglio e subito dopo lo avevano anche ferito con una coltellata. Poi sarebbero fuggiti sull’auto parcheggiata a ridosso della casa.

Nella seconda versione però le cose non starebbero più in questi termini. Battiston conosceva gli aggressori. In paese il fatto che gli aggressori fossero gente del posto è cominciato a trapelare e con la paura l’inquietudine che fra semplici vicini di casa o persone che si pensano tranquille, si nascondano dei criminali. Per la comunità infatti in questi casi è molto meno imbarazzante pensare ad un aggressore esterno, magari straniero.

Ma spesso lo stereotipo più comodo viene smentito dai fatti. Il sindaco Fabio Livieri per ora sospende ogni giudizio sulla vicenda: «Una storia complicata su cui spero la magistratura faccia chiarezza. Qui infatti non si tratta di una semplice rapina, ma viste le conseguenze potrebbe ipotizzarsi anche il reato di istigazione al suicidio». In paese nei bar, dopo le ultime rivelazioni tutti tengono le bocche cucite e i carabinieri sono sulle tracce di chi quel 14 aprile ha rovinato per sempre la vita di Giuliano Battiston.

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