«Aggredito senza motivo da cinque buttafuori»

Cavallino. La denuncia di un trentenne che adesso vuole chiedere i danni Il titolare del locale: «Era alterato, è stato lui il primo ad alzare le mani»

CAVALLINO. Picchiato dalla sicurezza del locale, un trentenne di Cavallino Treporti si prepara a chiedere i danni assieme al suo legale. È accaduto domenica al “Sound Beach” di Ca’ Savio dove l’uomo, che si era recato nel locale vicino al mare con la ragazza e un’altra coppia, non è potuto entrare perché si è trovato la porta sbarrata dai buttafuori. Il titolare difende però gli addetti alla sicurezza: «Era alterato, abbiamo preferito fermarlo, visto che già era accaduto altre volte, ed è stato lui ad alzare le mani per primo».

Due versioni completamente diverse che potrebbero essere accertate ora in tribunale. E un altro episodio di violenza in un locale di intrattenimento che vede coinvolti clienti e addetti alla sicurezza come già in svariati altri casi. Intorno alle 23.30 il trentenne, secondo la sua ricostruzione, la compagna e un’altra coppia di amici sono arrivati al Sound Beach dove era in corso una festa.

«Mi hanno fermato», racconta, «senza motivo, ho chiesto solo spiegazioni su quella strana decisione. Per tutta risposta mi hanno aggredito in cinque, a 25 metri dall’ingresso, gettandomi a terra, colpendomi selvaggiamente con calci e pugni. Poi è accaduto lo stesso con l’altra coppia, presa addirittura a morsi. Era come se si volessero sfogare. I cinque sono stati subito identificati dai carabinieri che ho chiamato. Ero indietreggiato almeno 25-30 metri dal locale prima di essere aggredito dai cinque che mi circondavano avanzando nel parcheggio. Avevo oltretutto una fasciatura vistosa al braccio. Ora il dottore mi ha dato una ventina di giorni di prognosi, per le lesioni riportate soprattutto alla schiena. Sulla maglietta che indossavo ci sono ancora i segni delle impronte delle scarpe. E pure la mia ragazza ha preso un pugno, come certifica il verbale dei sanitari dell'ambulanza. Al secondo giovane è stato morso un dito e ha dovuto farsi medicare pure lui al pronto soccorso».

Il giovane si è rivolto all’avvocato di Jesolo Valentina Gasparini che valuterà le prossime mosse sulla base degli elementi raccolti con la testimonianza e i referti. Ma il titolare del noto locale, uno dei più frequentati sul litorale, non ci sta a passare per il cattivo della situazione. «Intanto era visibilmente alterato», ricorda Giacomo Zanella, che ha una certa esperienza in gestione di locali, «altre volte era arrivato in quelle condizioni nel mio locale, una delle ultime a fine luglio. Il classico tipo che reagisce male con la frase “se non mi fate entrare spacco tutto”. Ed è stato lui il primo ad alzare le mani sugli addetti alla sicurezza che a quel punto hanno cercato solo di fermarlo per non lasciare che esplodesse tutta la violenza».

Giovanni Cagnassi

Francesco Macaluso

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