Aggredito e rapinato negoziante di via Piave
Aggredito alle spalle, buttato a terra e rapinato mentre stava per chiudere il negozio, da un uomo entrato di nascosto e sbucato dal magazzino. Sabato alle 21 ha vissuto minuti di terrore Attilio Favaretto, 76 anni, titolare nel negozio che porta il suo nome lungo via Piave, civici 128-130, uno dei negozi di arredamento più noti in città.
Sabato sera il titolare era da solo in negozio e si stava preparando alla chiusura. La moglie era già andata a casa, poco dopo le 20, chiudendo l’ingresso principale, che si affaccia su via Piave. Era rimasto aperto però quello laterale, che guarda il cortile. Favaretto poco prima delle 21 è uscito proprio in cortile per portare al coperto, nel garage, i mobili da giardino esposti. Dopo averlo fatto è rientrato in negozio, chiudendo anche la porta d’ingresso laterale ma senza rendersi conto che nel frattempo, da quella stessa porta, era entrato il rapinatore. Una volta rientrato nel negozio - con entrambe le porte chiuse - il titolare è stato aggredito alle spalle da un uomo che l’ha preso e buttato a terra, e poi gli ha letteralmente strappato i pantaloni, rubandogli il telefono cellulare.
Nella colluttazione nessuno dei due si è accorto che il portamonete dell’uomo era scivolato sotto una scrivania. Una volta afferrato il telefonino il rapinatore - descritto dalla vittima come un uomo di colore, dalla probabile età di 30-35 anni e alto un metro e 75 centimetri - ha cercato di scappare ma si è trovato entrambe le porte chiuse a chiave. Non sapendo cosa fare, e preso probabilmente dalla paura di essere scoperto, ha preso una bottiglia di vetro e l’ha impugnata come per romperla contro il 76enne che, terrorizzato, l’ha implorato: «Ti apro io la porta ma non farmi del male». Il rapinatore si è fermato e così Favaretto ha preso le chiavi e ha aperto la porta, permettendo al rapinatore di allontanarsi. Subito dopo ha avvisato la polizia, intervenuta con gli agenti delle volanti. Pur accusando un forte dolore alla schiena e all’anca, l’uomo ha preferito non ricorrere alla cure mediche, ma ieri era a letto a causa dei forti dolori e ci vorrà tempo prima che possa rimettersi in sesto.
«Quando ha visto il rapinatore con la bottiglia in mano ha temuto che volesse ucciderlo spaccandogliela in testa», racconta la moglie, «ma per fortuna ha avuto la forza di aprirgli la porta e farlo scappare. Non vuole andare all’ospedale ma fa fatica ad alzarsi ed è ancora scosso, perché se l’è vista davvero molto brutta».
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