Aggredita con il coltello. Il preside: «Mai innamorarsi dei tipi sbagliati»
VENEZIA. I carabinieri hanno individuato i punti del sestiere dove la ragazzina ferita lunedì mattina con un coltello da un giovane, avrebbe subito i due tentativi, avvenuti nei giorni precedenti al ferimento, del furto del cellulare da parte dello stesso aggressore.
Per il momento non c’è una persona, in particolare, sospettata dell’aggressione. Le indagini non sono facili perché, purtroppo, nessuno ha visto i vari episodi e il racconto della ragazzina ha dei limiti dettati dal terrore che la stessa ha provato durante le aggressioni.
La giovane tra le altre cose, prima del ferimento di lunedì, non aveva mai parlato con nessuno degli altri due tentativi di rubarle il telefonino. Tantomeno lo aveva comunicato ai carabinieri. La 16enne che per quattro giorni rimane a casa da scuola è ancora molto scossa. Come non esserlo. La studentessa ha descritto il suo aggressore un giovane sui 25-30 anni alto circa un metro e ottanta e di carnagione olivastra. Stando alla descrizione avrebbe dei tatuaggi. Non ha saputo dire ai carabinieri se si tratta di un giovane italiano o straniero. E anche per questo i militari non hanno una persona ben definita da cercare.
Dopo la violenta aggressione, interviene il dirigente dell’Istituto scolastico frequentato dalla ragazza. «Quando lo scorso lunedì la ragazza è arrivata a scuola spaventata erano circa le nove. Non c’ero perché ho la reggenza di un’altra scuola. L’ha vista entrare il vicepreside. Ora la studentessa è a casa per altri quattro giorni», dice il preside che aggiunge: «È in corso un’indagine. La nostra studentessa non ha particolari problemi o segnalazioni di particolari difficoltà; ha una situazione scolastica normale. Non sappiamo bene cosa sia successo dietro, se è un fatto spontaneo che poteva accadere a chiunque o se dietro c’è qualcosa che non ci è noto, ma sono solo ipotesi».
Il dirigente scolastico esprime una sua preoccupazione: «Temo molto che le giovani donne siano poco attente agli uomini che frequentano. Mi sono fatto questa idea: a volte delle ragazzine anche perbene si innamorano di personaggi forti e quindi si trovano in situazioni difficili. Non ne parlano perché difendono questo amore dalla famiglia e dai compagni, che magari non è un amore, che sentono anche loro forte ma non riescono a capire che è forte perché è pericoloso. Non so se siamo in questo caso. Nel frattempo stiamo supportando la classe». E conclude: «Anche la rete presenta insidie e in questa scuola lavoriamo sul cyberbullismo. Internet sembra pulito all’apparenza e invece bisogna sapersi difendere».
Riproduzione riservata
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia