Aggredisce la compagna arrestato dai carabinieri

San Donà. L’episodio di violenza ieri mattina nell’appartamento della coppia L’uomo comparirà stamattina davanti al giudice per l’interrogatorio di convalida
Di Giovanni Cagnassi

Violenza in casa, arrestato un cittadino albanese, Z.E. le sue iniziali, classe 1978, residente a San Donà. L’accusa è di aver malmenato la compagna provocandole lesioni con 5 giorni di prognosi. L’uomo non era nuovo a simili aggressioni violente e pare fosse stato anche denunciato per questo motivo in altre occasioni. Essendo recidivo, nell’ultimo episodio è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di San Donà, intervenuti nell’appartamento della coppia alle 5.20 di ieri mattina.

Sembra che la lite in casa con la compagna fosse scoppiata come al solito per futili motivi. Un bisticcio, come in altre occasioni, esploso improvvisamente e degenerato nella violenza contro la donna. I militari dell’Arma sono giunti immediatamente sul posto e hanno bloccato l’uomo che è stato arrestato poco dopo, una volta ricostruito il quadro delle violenze perpetrate. La donna è dovuta ricorrere alle cure mediche al pronto soccorso dell’ospedale di San Donà, ma fortunatamente le lesioni non sono state gravi. Dopo l’arresto per l’articolo 572 del codice penale, ovvero per maltrattamenti sui familiari, il cittadino albanese è stato portato in carcere a Santa Maria Maggiore a Venezia, a disposizione della pubblico ministero Patrizia Ciccarese. Questa mattina il 39enne, difeso d’ufficio dall’avvocato Francesco Mario D’Elia, comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari David Calabia per l’interrogatorio di convalida.

La violenza tra le mura domestiche è tra i reati che più impegnano le forze di polizia assieme alle liti di vicinato. Nei giorni scorsi è stato inaugurato, in via Carrozzani, il primo Centro Educativo alle Relazioni Affettive del Veneto, riferimento e supporto per i soggetti cosiddetti "maltrattanti", uomini, in prevalenza, e in rari casi donne che hanno usate violenze. Un centro, promosso e finanziato dalla fondazione Ferrioli Bo, che si rivolge dunque non alle vittime, ma ai loro carnefici, allo scopo di aiutarli con terapie mirate e l’avvicinamento ad altri soggetti che hanno vissuto le stesse esperienze, i peer-mediator, che ne sono usciti, quindi educatori e ricercatori con il sostegno dell’Usl 4.

Si appoggerà anche a docenti universitari per stilare dei rapporti e studi sulla violenza e raccogliere preziosi dati per ulteriori ricerche sul delicato argomento. A San Donà è inoltre attivo, sempre a cura della fondazione, il centro antiviolenza Magnolia, quindi la casa protetta Angolo di Paradiso per le donne e madri che devono fuggire da situazioni di violenza domestica nel territorio di San Donà. I fondi sono privati, con l’aiuto della Regione.

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