Aggrappati a una bricola si salvano con il telefonino
Due chioggiotti hanno rischiato di morire di freddo con il corpo immerso in acqua La barca era affondata ma con il cellulare hanno dato la loro posizione ai soccorsi
CHIOGGIA. Sbalzati dalla barca, due giovani chioggiotti, sono rimasti aggrappati a una bricola per oltre un’ora, immersi nell’acqua della laguna ed esposti alla pioggia e al vento. Potevano morire assiderati ma a salvarli sono arrivati i vigili del fuoco di Venezia che li hanno rintracciati grazie alle indicazioni fornite via cellulare.
È stata davvero una brutta avventura quella vissuta da due ragazzi, il più grande di 27 anni, l’altro parecchio più giovane, entrambi di Chioggia che, domenica sera, verso le 21, erano usciti in barca in laguna, nonostante il tempo già minacciasse di volgere al brutto. E, infatti, dopo circa mezzora di navigazione, si son trovati intrappolati nel maltempo e avevano difficoltà a governare la barca, un classico cinque metri, inadatta a quelle condizioni meteo marine. Condizioni talmente sfavorevoli che, ad un certo punto, la barca ha urtato contro un ostacolo, una bricola, si sarebbe poi capito, e ha cominciato ad affondare. I due giovani hanno potuto solo aggrapparsi ai pali e confidare nella loro buona sorte. L’unica speranza era un cellulare che erano riusciti a salvare dal naufragio, con il quale hanno chiamato non i soccorsi ma i parenti, a casa. Questi ultimi, compresa la gravità della situazione, hanno interessato la Capitaneria di porto che ha subito organizzato la missione di salvataggio, mobilitando anche i vigili del fuoco di Venezia. Erano le 21.37. La prima difficoltà è stata individuare il luogo del naufragio che i due giovani non erano in grado di fornire. Ma dalle loro descrizioni e con l’aiuto dei parenti, arrivati in sala operativa e profondi conoscitori della laguna, i militari della guardia costiera hanno capito che si trovavano nel bel mezzo della laguna, in una zona raggiungibile tramite il canale dei Sette morti, quasi di fronte all’omonimo casone. Non essendoci gommoni della capitaneria disponibili in quel momento (occorreva formare l’equipaggio e farlo partire) era stata mandata subito in perlustrazione la motovedetta CP821, disponibile per le emergenze 24 ore su 24, che si era molto avvicinata ma non poteva arrivare sul luogo del naufragio per l’acqua troppo bassa e così il compito è toccato ai pompieri che, nel frattempo, erano partiti da Venezia con gommone e sommozzatori (oltre che una moto barca). Sempre in collegamento tramite cellulari i due giovani hanno visto avvicinarsi la salvezza con le luci blu del gommone, su cui sono saliti per essere portati all’ospedale di Chioggia, dove sono stati visitati per un principio di ipotermia e poi mandati a casa, a farsi una bella dormita al caldo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video