Agenzia per lo Sviluppo Cinque anni con pochi risultati

L’agenzia Sviluppo Venezia, creata dal sindaco Luigi Brugnaro con l’obiettivo dichiarati «di diventare uno strumento economico e di interfaccia con gli investitori nazionali ed internazionali per valorizzare le risorse del territorio, favorire lo sviluppo dell’imprenditoria locale e attrarre nuovi investimenti e iniziative economiche» ha già cinque anni ma per i sindacati dei lavoratori veneziani «è una scatola vuota che non ha mai funzionato». Tant’è che i segretari delle tre confederazioni veneziane, per superare questo “vuoto” hanno chiesto al sindaco di Venezia e della Città Metropolitana di «avviare subito un tavolo in cui si prendano le decisioni, con una visione complessiva e strategica, per poi creare lo strumento operativo per realizzarli». Del resto, questa Agenzia – creata dal sindaco Brugnaro nel 2015, con a capo il giornalista Beniamino Piro – a tutt’oggi è una sorta di agenzia immobiliare che cerca di collocare sul mercato internazionale aree ed edifici del centro storico e della terraferma di proprietà comunale o di terzi come Eni, aree industriali dismesse a Porto Marghera. La più importante operazione gestita dall’Agenzia comunale è quella della trasformazione dell’ex complesso dell’ex Ospedale al Mare del Lido in un’area alberghiera che ospiterà anche un nuovo Distretto Sanitario. Un intervento complesso che presuppone l’approvazione di una variante urbanistica e l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti, ancora tutto sulla carta. Nel giugno scorso, in audizione in una commissione del consiglio comunale, Beniamino Piro ha dichiarato che «l’intervento di Cassa Depositi farà da volano per altri interventi nel settore turistico-alberghiero sul Lido». Ma da allora non ci sono notizie di nuovi e concreti sviluppi dell’operazione.

Ne l sito internet dell’Agenzia Sviluppo Venezia è consultabile il nutrito “portafoglio” con l’offerta di una trentina di aree e palazzi del centro storico di Venezia, isole minori, Mestre e Porto Marghera. Le manifestazioni d interesse non mancano, ma ben poche si sono concretizzate. Tra queste ci sono anche le arre industriali dismesse di proprietà dell’Eni, a Porto Marghera, per le quali nel 2017 è stato siglato addirittura un Protocollo d’Intesa dall’amministrazione comunale, l’Agenzia Sviluppo Venezia e la società controlla da Eni, proprietaria delle aree, per un totale di 64 ettari. Il Protocollo prevedeva la pubblicazione di un bando per la raccolta di manifestazione d’interesse di soggetti economici per l’acquisto di una o più aree, da presentare entro il 30 settembre 2020. Data ormai trascorsa senzache nessuna di queste aree abbia trovato acquirenti, disposti a investirci. —



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