«Agenti della Polfer sprovvisti di spray con divise del 1987»

Appello al Ministero di Armelao «I poliziotti devono essere dotati degli strumenti necessari a poter lavorare in sicurezza per fernare i violenti»

«Hanno statistiche degne di un Commissariato distaccato di una grande città, garantiscono la sicurezza dei cittadini nell’area delle stazioni ferroviarie e a bordo dei convogli, ma sono ancora sprovvisti dei cinturoni della divisa operativa e non hanno nemmeno lo spray urticante e le fascette. Questi sono gli uomini e le donne della Polizia Ferroviaria di Mestre, Venezia e Portogruaro. Sembrano dimenticati anche da Dio, oltre che dal nostro Ministero», a raccontare la situazione in cui si trovano questi agenti è il segretario regionale del sindacato di polizia Fsp Mauro Armelao.

«Siamo quasi alla fine del 2019 e mancano ancora i cinturoni della divisa operativa, ma quel che è peggio è che gli operatori della Polfer sono completamente sprovvisti anche dello spray urticante utile in caso di aggressioni, sempre più quotidiane, da utilizzare in ambienti aperti, ma non hanno nemmeno le fascette in velcro, pur avendo fatto i corsi per utilizzarle, molto utili per immobilizzare persone violente e aggressive. Durante questi mesi estivi ci sono stati diversi episodi a Mestre che hanno visto i colleghi intervenire a mani nude e solo grazie all’esperienza e alla professionalità sono riusciti a non rimanere feriti» continua Armelao «Per questo è quantomeno necessario che anche le specialità, in questo caso la Polfer, siano dotate di quegli strumenti di lavoro e di difesa indispensabili per evitare il corpo a corpo. Su queste questioni saremo pronti a dar battaglia affinché anche il personale della Polfer sia messo nelle condizioni di poter lavorare in sicurezza, specialmente nelle ore serali e notturne, conclude Armelao . Non se la passa meglio la Polizia Stradale che nei giorni scorsi si è vista consegnare un paio di pantaloni della divisa, che hanno “solo” 32 anni». —

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia