Affresco di Santomaso “nascosto” al Fondaco tra scarpe e manichini

La denuncia del professor Nico Stringa di Ca’ Foscari «Dipinto quasi invisibile in una delle boutique per uomo»

L’affresco di Santomaso coperto dai manichini e seminascosto in mezzo agli scaffali della moda uomo. Il Fontego dei Tedeschi ha perso da secoli gli affreschi di Giorgio e di Tiziano che decoravano nel Cinquecento rispettivamente la facciata sul canale e sulla calle dell’edificio, e ce ne restano purtroppo solo lacerti conservati alla Galleria dell’Accademia e alla Ca’ d’Oro.

Ma conserva ancora il magnifico affresco che uno dei più grandi artisti veneziani del Dopoguerra, Giuseppe Santomaso, che realizzò nel 1959 al secondo piano, in quello che era l’ufficio del direttore delle Poste di allora. Solo che adesso riuscire a vederlo è un’impresa, come denuncia anche il professor Nico Stringa, docente di Storia dell’Arte contemporanea a Ca’ Foscari. Perché l’affresco è ora “circondato” dalla boutique di moda uomo di Ermenegildo Zegna, tra le putrelle di ferro che pendono dal soffitto e appunto i manichini che lo nascondono parzialmente alla vista.

Una stonatura, considerando quanto Dfs e il gruppo Benetton abbiano insistito sul mantenimento di tutti gli elementi originali “sopravvissuti” del Fontego nella ristrutturazione compiuta nel cinquecentesco edificio. Eppure si tratta di un affresco straordinario, di 4 metri per 10, che segna il momento del passaggio all’informale di Santomaso. «Santomaso non era nuovo a imprese decorative a Venezia», ricorda il professor Stringa, «dove aveva inserito delle belle maioliche negli interni del ristorante all’Angelo, al momento del Fronte Nuovo delle Arti. Quando viene chiamato a realizzare il grande affresco sul tema delle telecomunicazioni Santomaso è ormai famoso a livello internazionale, avendo vinto il Premio per la pittura alla Biennale del 1954 ed essendo presente alla II Documenta di Kassel.

Nel 1959 decora appunto un’intera grande parete dieci metri e alta quattro in un ufficio direttoriale delle Poste di Venezia, nel Fondaco dei Tedeschi a Rialto, un trompe l’oeil immaginario che raffigura programmaticamente il territorio italiano solcato dai fili tesi delle telecomunicazioni. In esso si mostra l’orizzonte di un paesaggio reso granuloso dalla superficie dell’intonaco a grana grossa, che recupera una pastosità dall’apparenza scabra dei suoi dipinti di quel novero d’anni, ma con suggestioni figurative, come a evocare colline ondeggianti suggestionate delle conformazioni ondulate di Kandinskij, su cui spiccano gli impianti elettrici composti da quei motivi che ancora giungono dalla serie delle Officine e dai tralicci di linee immaginate alla Rotta».

Tra l’altro Stringa sta curando la pubblicazione, con Stefania Portinari, del catalogo ragionato dei dipinti di Santomaso. La valorizzazione dell’affresco del Fontego poteva essere un motivo in più per giustificare la visita al grande magazzino, che prevede tra l’altro un programma di viste guidate curato dagli studenti di Ca’ Foscari. Ma lo sfruttamento “commerciale” di tutti gli spazi disponibili ne ha fatto una quinta scenica tra scarpe e giubbotti di moda.

Enrico Tantucci

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