Affondo dell’avvocato «Il centro antiviolenza ora non esiste più»
È quello che, in Italia, ha cominciato ad operare per primo e che da subito ha avuto l’appoggio dell’amministrazione comunale. Dopo 20 anni, quando molte altre città e anche piccoli centri hanno seguito le orme di Venezia, proprio in laguna il Centro antiviolenza di fatto non esiste più. Un’affermazione grave, ma che rispecchia la realtà, nonostante i comunicati ufficiali dell’amministrazione di Ca’ Farsetti. A sostenere questa tesi è stata l’avvocata Annamaria Marin, sabato, durante l’incontro organizzato in sala San Leonardo a Venezia “Violenza sulle donne: testimonianze di ieri, realtà di oggi”.
Assieme ad altre colleghe legali e ad alcune psicologhe è stata una delle fondatrici del Centro antiviolenza veneziano e una di coloro che si è battuta per coinvolgere le istituzioni pubbliche in questa battaglia. Non è persona, quindi, che non conosce la storia dell’istituzione lagunare e non parla a casaccio, anche perché è presidente della Camera penale veneziana, cioè di tutti i penalisti lagunari, uomini e donne.
Sabato l’avvocata Marin si è spinta oltre: ha raccontato che da tempo ormai tutte le sue colleghe, prima impegnate con lei, sono state allontanate dalla gestione del Centro antiviolenza, che ora non dispone neppure di psicologhe (quelle che un tempo vi operavano hanno fondato due anni fa la Cooperativa Iside che gestisce i centri Estia a Mestre, Nilde a Castelfranco Veneto e Sonia a Noale). A tenere in piedi la struttura sono soltanto dipendenti comunali. Ha aggiunto, nel suo intervento pubblico, che comunque non ha abbandonato la sua attività in favore delle donne che subiscono violenza, ma che ha deciso di mettersi a disposizione del Telefono Rosa di Treviso, che gode tra l’altro dell’appoggio e della collaborazione dell’ amministrazione comunale del capoluogo della Marca.
Del resto anche i centri Nilde e Sonia hanno stipulato una convenzione con i comuni di Castelfranco e di Noale, mentre non è così per il centro Estia che opera nel territorio di Venezia e di Mestre, ma che non ha alcuna convenzione con gli enti locali lagunari. Alcune sue colleghe, invece, hanno scelto di collaborare con le psicologhe della Cooperativa Iside e quindi con i centri Estia e Sonia, per quanto riguarda la provincia di Venezia. Infine, l’avvocata Marin sostiene che c’è poca trasparenza anche nella casa protetta gestita dal Centro, un luogo dove le donne, spesso anche i loro figli quando sono piccoli, vengono ospitate se non hanno altro luogo dove andare per evitare le violenze di mariti o compagni.
Giorgio Cecchetti
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