Affitto da 50 mila euro il Totobar è sfrattato

I proprietari raddoppiano le pretese: 600 mila all’anno più cauzione L’imprenditore Cazzavillan: «Costretto a chiudere e a licenziare persone»

VENEZIA. Cinquantamila euro al mese di affitto. Una cifra enorme, pari a tre-quattro anni di lavoro di un operaio o di un impiegato. Ma il “mercato” a Venezia non ha limiti. Così i proprietari del fondo del Totobar, storico esercizio pubblico di piazza San Marco, hanno inviato una comunicazione ultimativa al gestore dell’attività, l’imprenditore Lino Cazzavillan. Se entro trenta giorni il locatario non eserciterà il diritto di prelazione a quelle condizioni, il contratto sarà considerato scaduto. In pratica un avviso di sfratto per finita locazione, dal momento che il vecchio contratto scade il 30 novembre.



«Una richiesta assurda, ho già annunciato la chiusura e il licenziamento di molti dipendenti», commenta Cazzavillan, «faremo dei lavori nella parte di nostra proprietà e poi decideremo».

Il Totobar di San Marco opera da 47 anni, ricorda l’imprenditore. Formato da uno spazio di proprietà della famiglia Cazzavillan e da un altro spazio attiguo, al civico 115 e 116 b di San Marco, senza affaccio in Piazza e a ridosso della proprietà delle Generali oggi in restauro.

Interpress/M.Tagliapietra Venezia 04.11.2017.- Toto bar in calle Spadaria, San Marco 676
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 04.11.2017.- Toto bar in calle Spadaria, San Marco 676


La lettera inviata dai proprietari, la famiglia di Guido Fulgenzi, è firmata da due avvocati, Roberto Bondì e Cinzia De Angeli. E informa «ai sensi di legge» la società Mobiliare Veneta spa di Cazzavillan che «è pervenuta ai proprietari offerta di stipula di contratto di locazione da parte della società «Gran Caffè Fulgenzi &c. srl» con sede a Venezia San Marco 2513. Questa società, secondo i legali, avrebbe accettato le condizioni poste, e sarebbe pronta a firmare. 50 mila euro al mese, 600 mila l’anno, con otto mensilità anticipate (400 mila euro) più una cauzione di 150 mila. In sostanza il raddoppio del canone che gli affittuari pagavano prima. Cifra troppo alta anche per un imprenditore facoltoso come Cazzavillan.

Un segnale che la dice lunga su come siano alti e incontrollati i prezzi per le attività commerciali in città, oltre che quelli delle case. Affitti a quattro zeri per un negozio nelle vie di maggior passaggio in centro. A Rialto e San Marco sono pochissime ormai le attività tradizionali in grado di reggere l’urto e gli affitti stellari. Artigiani e negozi di vicinato lasciano il posto a multinazionali, a negozi cinesi, oppure a società che sono in grado di pagare affitti che toccano le decine di migliaia di euro. Per rientrare dall’investimento dovrebbero poi realizzare ricavi enormi.

Un problema che nessuno si pone, e la normativa resta quella di qualche decina di anni fa. Affidata al libero mercato. Nel frattempo Venezia è stata presa d’assalto e stravolta dal turismo, e le attività più redditizie sono proprio quelle dei negozi di souvenir, caramelle, bar e ristoranti take away. Una trasformazione ben visibile, con la nascita di fast food, bar e rivendite di cibo ovunque. Spariscono oltre agli artigiani anche esercizi pubblici e commerciali storici. Non tutti sono in grado di pagare 50 mila euro al mese per il solo affitto dei locali.

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