Affitti turistici in nero a Venezia, gestore da record: 60 alloggi fantasma
VENEZIA. Bed and breakfast abusivi in città, il record di gestioni di appartamenti fantasma (60) spetta ad un veneziano che abita in provincia. Si tratta del responsabile di una società con sede all’estero, che gestisce anche altre decine di appartamenti in giro per il mondo. Il massimo della fatica di questa persona è stare dietro a un computer e prendere accordi con i proprietari. Si tratta non solo di veneziani, ma anche di stranieri. È quanto emerge dall’indagine “Venice Journey” che la Guardia di Finanza ha svolto in collaborazione con la polizia locale di Venezia. Un’indagine che ha portato alla luce una situazione che molti, da tempo, denunciavano.
Le strutture censite e autorizzate, in regola con permessi e tassa di soggiorno, sono 2.467, mentre le strutture offerte su siti e piattaforme turistiche sono almeno 3703. Il 33 per cento è quindi “fantasma”. Secondo i calcoli fatti dai finanzieri del colonnello Gianluca De Benedictis (nella foto) ci sono stati ricavi in nero per 2 milioni di euro, scoperti 14 evasori totali, di cui 7 perquisiti, mentre non sono stati pagati 120 mila euro di tassa di soggiorno.
Il business. Il fenomeno della gestione non diretta di appartamenti ad uso B&B nelle città d’arte e nelle località turistiche è diventato un business. Chi possiede un appartamento lo dà in gestione a società terze, si stabilisce la quota che spetta al gestore e poi non ci sono più problemi. Solo incrociando vari dati, spiegano alla Guardia di Finanza, si può avere la certezza di individuare gli appartamenti fantasma. Le indagini continuano anche da parte del Comune che ora dovrà incrociare i vari dati emersi durante l’indagini e raccolti nelle perquisizioni avvenute nei giorni scorsi. L’indagine avrà ulteriori sviluppi.
L’impegno della Regione. Intanto la Regione invita gli enti locali a compiere accertamenti, con tutti gli strumenti possibili, su questo fenomeno. Palazzo Balbi ora s’impegna a modificare dei regolamenti per agevolare gli enti locali. «I Comuni, la Città metropolitana e le Province effettuino i controlli sulle strutture ricettive anche attraverso la verifica delle informazioni pubblicate sui siti internet di prenotazione ricettiva la cui risultanza deve essere pertanto considerata a tutti gli effetti atto d'accertamento in base alla Legge in materia di modifiche del sistema penale». È la proposta avanzata dall'assessore al turismo della Regione Federico Caner, inserita in un apposito articolo nel collegato alla finanziaria regionale che verrà presto esaminato e votato dall'assemblea di palazzo Ferro Fini, per contrastare appunto l'abusivismo nel settore dell'ospitalità.
«Quello che è emerso a Venezia grazie alla brillante operazione congiunta della Guardia di Finanza e della Polizia Locale che ha consentito di individuare e denunciare numerose situazioni di totale irregolarità nell'esercizio dell'attività di affittacamere, appartamenti e bed&breakfast, purtroppo vale, anche se in minor misura, per altre città venete», spiega Caner. «Le associazioni di categoria chiedono, giustamente, di reprimere un fenomeno che danneggia l'economia turistica sana del nostro territorio. Noi siamo impegnati a fornire agli enti locali e alle autorità che svolgono funzioni di vigilanza e controllo sulle strutture ricettive, strumenti efficaci per smascherare gli abusi e perseguirli adeguatamente», conclude l’assessore regionale. «Il fatto che si preveda un atto di accertamento consentirà di sanzionare gli operatori turistici scorretti».
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