Affitti turistici, contromossa di Brugnaro
VENEZIA. Un registro per gli immobili adibiti a locazione turistica: si potrà affittare solo se gli edifici sono iscritti a quel registro. E la parificazione degli appartamenti alle strutture ricettive (hotel e bed & breakfast) per applicare anche a questi l’imposta di soggiorno e la segnalazione alla Questura degli ospiti. Due punti essenziali per invertire una tendenza che sta trasformando Venezia in un grande dormitorio incontrollato. Così il sindaco Luigi Brugnaro ha preso carta e penna e inviato una lettera ai ministri dei Beni culturali e del Turismo Enrico Franceschini e dell’Interno Marco Minniti. Sollecitando l’approvazione di una «leggina» che autorizzi il registro nazionale per le città d’arte. L’accordo è già stato sottoscritto fra gli assessori delle principali città d’arte italiane con il direttore generale del ministero Francesco Palumbo, il 30 novembre scorso a Firenze. Unanimità di intenti, ma nulla si è mosso.
E per Venezia, dicono a Ca’ Farsetti, questo provvedimento è fondamentale. Per cominciare a mettere ordine in una situazione che sfugge di mano. Alla valanga di hotel, affittacamere, bed & breakfast per l’ospitalità turistica si aggiungono anche migliaia di appartamenti che spesso sfuggono a ogni controllo. Pagamenti «in nero», una semplice comunicazione alla Regione per iniziare l’attività. E nessun obbligo di cambio d’uso. L’appartamento infatti non rientra nella categoria della ricettività turistica, ma resta in quella residenziale, anche se gli affittuari non sono residenti o studenti.
Ecco allora la necessità di poter disporre di strumenti di controllo. «Le criticità che derivano dall’esponenzialità del fenomeno non regolato delle locazioni turistiche», si legge nella lettera, «necessitano di un intervento legislativo urgente». Lo scopo, continua la lettera, «è quello di salvaguardare le prioritarie esigenze di sicurezza e certezza delle intermediazioni immobiliari».
Significa che una volta approvata la legge, potrebbe anche essere inserita nel Milleproroghe, il Comune avrà uno strumento efficace per controllare un fenomeno «sommerso». L’obbligo per i proprietari di immobili oggetto di contratti di locazioni brevi con finalità turistica è quello di iscriversi in un apposito registro cittadino. Potranno quindi essere oggetti di contratti di locazione di questo tipo (anche on line) solo gli appartenenti che risulteranno iscritti in questi registri. «È necessario insomma», ribadisce Ca’ Farsetti, «il riconoscimento da parte del legislatore della finalità turistico-ricettiva delle locazioni brevi svolte nelle città d’arte siti Unesco». Non potrà più essere insomma un affitto mascherato, come se fosse un affitto a una famiglia che cerca casa. Essendo registrati. i proprietari dovranno intanto pagare tasse e imposte di soggiorno, ma anche dichiarare l’attività. Forse un primo passo per riuscire a contenere un fenomeno esploso negli ultimi anni. «Ma per farlo», continua la lettera a Minniti e Franceschini, «non sono sufficienti le norme urbanistiche locali, come le delibere sui cambi d’uso. Serve invece un intervento legislativo urgente». Non è la prima volta che il Comune chiede al governo di intervenire su questo fronte. L’ultima richiesta riguardava la possibilità di contare le persone in piazza San Marco e di autorizzare una tassazione locale. La differenza è che stavolta per sollecitare l’intervento statale è stato firmato un accordo tecnico tra gli assessori al Turismo delle città d’arte e il ministero.
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