«Affitti ai turisti, aiutiamo i residenti»
«Per il presidente dell’Associazione per la proprietà edilizia (Ape) di Venezia Giuliano Marchi per i proprietari di case veneziani non ci sarebbe alternativa: affittare sempre a non residenti. Di affittare a residenti non se ne parla. Posso capire che ogni associazione promuova gli interessi dei propri associati, in questo caso dei proprietari. Tuttavia si dica allora chiaro e tondo che i proprietari degli appartamenti a Venezia vogliono trasformarsi in imprenditori turistici, utilizzando i propri immobili come bed & breakfast o divenendo affittacamere».
Non piace al Sunia, il sindacato degli inquilini e al segretario generale del Veneto Ivana De Rossi la proposta di Confedilizia, rivolta al Comune, di liberalizzare per i residenti gli affitti turistici, per evitare così la loro fuga da Venezia, per gli alti costi fiscali e patrimoniali di mantenere un alloggio di proprietà in città. E il timore è che se la proposta dovesse essere accolta, la possibilità -già poche - per i veneziani di trovare un alloggio in affitto - diventerebbero inesistenti.
Segretario De Rossi, cosa non le piace della proposta di Confedilizia?
«Noi come Sunia ci opponiamo ad essa, perché questa proposta finirebbe per impedire ai residenti di trovare un appartamento in affitto e snaturerebbe irrimediabilmente la città. I turisti vengono a Venezia per ammirarne i monumenti ma soprattutto per camminare lungo le calli e o campi di una città che non sia morta, mescolandosi ai veneziani. Come ciò possa avvenire spopolando la città non viene spiegato dall’Associazione per la proprietà edilizia e non lo spiega neppure l’Assessore all’Urbanistica e Edilizia Privata Massimiliano De Martin che, intervenendo all’assemblea dell’Ape, si è dichiarato favorevole agli affitti turistici perché creano un’economia interessante. Certo, interessante per i proprietari di appartamenti, molto meno interessante per la città».
Ma com’è attualmente la situazione oggi a Venezia per chi ha un alloggio in affitto o vuole trovarne uno?
«Pesantissima, perché gli accordi territoriali che avevamo stipulato alla fine degli anni Novanta con la proprietà edilizia proprio per favorire gli affitti hanno prodotto risultati modesti. E ora è scoppiato in tutta la sua gravità il fenomeno della morosità incolpevole, che colpisce centinaia e centinaia di cittadini veneziani che hanno perso il posto di lavoro o si trovano in difficoltà e non sono più in condizioni di pagare l’affitto. Su questo problema dovremo anche siglare nei prossimi giorni un accordo in Prefettura proprio per evitare l’arrivo di una valanga di sfratti per morosità. Se a questo aggiungiamo il problema dei contratti turistici che imperversano. La situazione rischia davvero di precipitare e chi vuole continuare a vivere a Venezia sarà costretto ad andarsene».
Ci sono anche gli affitti studenteschi che dovrebbero essere regolati.
«Ma anche qui, i contratti vengono spesso sottoscritti dai genitori degli studenti universitari fuori sede e non dai ragazzi stessi, perché in questo modo i proprietari possono stipulare l’affitto a canone libero. Con i contratti turistici, che se sono inferiore ai 30 giorni non hanno neppure l’obbligo di registrazione, soprattutto se il Comune verrà incontro anche su questo punto alla liberalizzazione richiesta dai proprietari, il quadro risulterebbe completo in senso negativo per i veneziani che vorrebbero continuare a vivere, in affitto, nella propria città».
Enrico Tantucci
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