Affari, minacce e querele Nuovo processo a Casella
CAORLE. La “stagione dei veleni immobiliari” che riguardava le minacce all’ex sindaco Luciano Striuli e il tentativo di screditare il nuovo maresciallo dei carabinieri che indagava su di esse, si arricchisce di un nuovo capitolo. Ieri si è aperto al Tribunale di Pordenone il processo che vede imputati Claudio Casella (ex carabiniere e imprenditore nel settore immobiliare e delle slot machines), il carabiniere Cristian Corvino (in servizio a Motta) e Giorgio Renzi, già conosciuto alle forze dell’ordine. Devono rispondere di calunnia.
Le parti offese sono il comandante della stazione carabinieri di Caorle, Francesco Lambiase; il suo vice Antonio Longo e l’avvocato Alessandro Borin. I fatti di cui si è parlato nel dibattimento di Pordenone riguarderebbero episodi avvenuti nel 2014. Il rinvio a giudizio di Casella, Corvino e Renzi è giunto dopo alcune querele che essi stessi avevano presentato. Il lavoro della Procura di Pordenone si è svolto per verificare come si sono svolti i fatti contestati a Lambiase, Longo e Borin. E dopo mesi di indagine la magistratura pordenonese ha ribaltato tutto. Rinviando a giudizio i tre soggetti, ancora nel mese di febbraio scorso. Ieri dunque l’apertura dibattimentale, con la celebrazione di un’udienza filtro; il tutto è stato aggiornato al 29 settembre. Qui se ne vedranno delle belle, perchè i giudici faranno parlare alcuni testimoni. La vicenda da anni sta facendo parlare tutto il paese. Il contesto sembra avvicinarsi molto al clima, pessimo, che si è vissuto dopo che è stata resa pubblica la vicenda delle minacce all’ex sindaco Luciano Striuli, che voleva far luce su alcune operazioni immobiliari e urbanistiche. Vicenda che torna a galla proprio in questo periodo, visto che a Caorle si vota per il rinnovo del consiglio comunale il 5 giugno.
Rosario Padovano
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