Aerotaxi grandi evasori Recuperati 2,2 milioni

I finanzieri hanno messo sotto esame 600 vettori che fanno scalo a Tessera Quasi 9 mila voli controllati in due anni: imposte non pagate sui passeggeri  
I furbetti degli aerotaxi smascherati dalla Guardia di finanza. Recuperati 2 milioni di euro di tasse evase, grazie ai militari della compagnia di Tessera che hanno controllato i 600 vettori che negli ultimi due anni hanno usato come aeroporto di arrivo o partenza il Marco Polo e non hanno versato il becco di un euro per i clienti trasportati. Nei mesi scorsi le Fiamme gialle di Tessera hanno sviluppato un’analisi sull’imposta erariale che le società di aerotaxi sono obbligate a versare per ogni singolo passeggero trasportato. Un sistema di trasporto che sta prendendo sempre più piede, soprattutto tra gli uomini d’affari, e che sostituisce i voli privati di industriali e stranieri. In particolare in estate.


L’imposta, infatti, è dovuta dalla compagnia aerea per tutte le tratte con partenza o arrivo sul territorio nazionale, con un importo che oscilla tra i 100 e 200 euro, in relazione ai chilometri percorsi (100 euro in caso di tragitto oltre i 100 Km ma non superiore a 1.500 km e 200 euro per distanze superiori ai 1.500 Km). Le verifiche dei militari della compagnia di Tessera hanno interessato oltre 600 vettori operanti sull’aeroporto Marco Polo, dove atterrano anche aereotaxi provenienti non solo dall’Europa ma anche da oltreoceano, con oltre 8.600 voli ispezionati per complessivi 30. 000 passeggeri trasportati. Per nemmeno uno di questi le società proprietari dei velivoli, hanno versato le tasse corrispettive. Le contestazioni, nella maggior parte dei casi, hanno interessato società straniere che forniscono il trasporto a bordo di aeromobili con capienza fino a 19 posti, consentendo alla propria clientela di raggiungere comodamente la laguna senza utilizzare i più affollati voli di linea nei periodi di maggior affluenza turistica.


L’attività oltreché consentire il recupero dell’imposta evasa o non versata nell’ultimo biennio, per oltre 2,2 milioni di euro, ha avuto anche l’obiettivo di contrastare la concorrenza sleale tra operatori del settore, considerando il vantaggio ottenuto da quei vettori che sistematicamente hanno omesso di versare il tributo erariale, riuscendo, in tal modo, ad offrire viaggi a prezzi più vantaggiosi. È un malcostume che comunque si sta verificando anche in altri scali nazionali. Va ricordato che se le società non pagano, c’è il rischio che vengano bloccati e sequestrati i loro gli aeromobili
. (c. m.)


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