Aeroporto, pontili chiusi. A Venezia si sbarca soltanto con il badge

VENEZIA. Chi non paga non può sbarcare. Nella nuova darsena coperta dell’aeroporto Marco Polo a Tessera, di proprietà della Save, ci sono 10 pontili per i motoscafi del noleggio e i taxi,uno per il trasporto pubblico di Alilaguna. Non c’è un pontile taxi comunale, non ci sono approdi «liberi», se non due galleggianti piuttosto lontani dal terminal e dal tapis roulant inaugurato due anni fa dal ministro Delrio e dal presidente della Save Enrico Marchi.
Adesso per sbarcare sui pontili in concessione, le società del trasporto taxi dovranno avere il badge. Altrimenti si sta a terra. Sono cominciati i lavori per la «posa del cancelli con lettura badge presso i pontili della nuova darsena». Alle cooperative interessate è arrivata una lettera firmata dal dirigente dell’aeroporto Alberto Rossi. Informa che per qualche giorno ci potranno essere «disagi» nei pontili per l’installazione dei cancelli. Che saranno aperti solo da chi dispone di badge. Un sistema ormai consolidato. Che spartisce di fatto gli spazi pubblici di arrivo all’aeroporto via acqua. Ed esclude chi non abbia la concessione dalla Save. «Per noi è un disagio», si lamenta un operatore del noleggio, «perchè in questo modo ci troviamo preclusa la possibilità di sbarcare».
Un’emergenza che riguarda anche la città storica e le sue rive nelle aree di maggiore accesso. Così a San Marco, dove i pontili pubblici sono praticamente inesistenti. Un privato che volesse sbarcare al Molo tornerebbe non poche difficoltà. Anche qui i pontili sono chiusi. E riservati a chi paga le concessioni, in questo caso all’Autorità portuale che ha la giurisdizione su quelle acque.
Così in piazzale Roma. Dove lo spazio per gli attracchi è ridotto al minimo, anzi inesistente. Rive occupate dai pontili Actv e dalle concessioni per i taxi acquei. Non soltanto per lo sbarco ma per l’ormeggio nel posti acquei in concessione dal Comune.
Risultato, chi non fa parte delle cooperative che hanno assegnati i posti non sbarca. Non va meglio più in là, verso Santa Chiara, dove i due pontili sono riservati all’hotel e alla navetta per il Casinò. Succede così che l’unico spazio libero rimasto venga affidato in concessione a una società del noleggio.
«Ma noi siamo stati costretti a chiedere quel’autorizzazione», spiega il presidente della Blitz ncc, barche con conducente, «perché altrimenti non avevamo possibilità di sbarcare i nostri clienti e i nostri dipendenti». Accesso precluso. Così Cosmo si è rivolto all’Autorità portuale – per pochi metri quella parte di canale della Scomenzera non è di competenza del Comune ma del Porto – e ha avuto la concessione dello spazio. Occupando di fatto l’unica riva disponibile per chi vuole arrivare in piazzale Roma con una barca privata.
«Noi abbiamo tre motoscafi, siamo gli unici ad avere alimentazione elettrica a non inquinante», dice Cosmo, «le barche non le lasciamo lì durante la notte, se qualcuno si attacca per scaricare va bene». Resta il problema degli ormeggi. Non solo all’aeroporto, ma anche nella città storica è difficile sbarcare. Misteri di una città d’acqua speciale anche in questo. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia