Aeroporto, martedì di passione Voli cancellati, ritardi e proteste

Da lunedì grossi disagi a Tessera, le voci di quanti ieri hanno atteso ore per poter partire «Nessuna informazione, come torno a casa?». «Solidali con i lavoratori, ma ci rimettiamo noi»
Di Mitia Chiarin ; di Mitia Chiarin
Disagi all'aeroporto Marco Polo di Venezia a causa di uno sciopero improvviso degli addetti ai bagagli
Disagi all'aeroporto Marco Polo di Venezia a causa di uno sciopero improvviso degli addetti ai bagagli

Una giornata pesantissima per l’aeroporto Marco Polo di Tessera. Su 74 voli in partenza, alle 19.30 di ieri se ne sono contati 19 dirottati su altri aeroporti (Bologna, Verona, Treviso, Milano Malpensa) e 16 cancellati. Su 70 voli in arrivo nella giornata di ieri, sono stati 10 quelli cancellati, 21 dirottati e uno è stato rischedulato. Altri sono stati riprogrammati per la giornata di oggi, sempre che il blocco dei lavoratori degli handler che ha mandato in tilt lo scalo non continui ancora, con una protesta ad oltranza che rischia di paralizzare il terzo aeroporto d’Italia.

Per migliaia di viaggiatori una giornata di snervante attesa guardando gli annunci del grande tabellone della sala partenze, di code per ottenere informazioni ai punti delle principali compagnie, in particolare Alitalia e Easy Jet, e una pazienza trattenuta a forza per affrontare un viaggio senza certezze, vista la protesta che ha paralizzato per oltre 24 ore il carico scarico dei bagagli nell’aerostazione.

Due i volti del Marco Polo ieri: al mattino ressa di gente e code ai punti informativi delle compagnie, sguardi smarriti, specie dei turisti stranieri in attesa di capire qualcosa. Nel pomeriggio aerostazione vuota e qualche bagaglio scaricato dai pochi voli atterrati o decollati, con immancabili ritardi, ma con estrema lentezza.

A far le spese della protesta dei lavoratori degli handler sono stati ovviamente i viaggiatori ma quasi tutti portano pazienza e non se la prendono direttamente con i lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Anche se il fastidio è evidente. «Siamo arrivati all’aeroporto dopo un lungo viaggio in autobus da Pordenone, dove viviamo», racconta una coppia di anziani coniugi. «Siamo diretti a Stoccarda a trovare nostra figlia ma siamo arrivati qui e il nostro volo è stato cancellato. Nessuno ci ha informato, non c’erano avvisi. Adesso aspettiamo di capire se partiremo in ritardo o dovremo sobbarcarci un altro lungo viaggio in bus per tornare a casa».

Il marito si lamenta dello sciopero a sorpresa: «Posso capire le motivazioni ma non si può arrivare a creare così tanti disagi».

È invece diretta in Salvador una coppia di vicentini, che vola via Lisbona con la Tap: «Partiamo lo stesso, stiamo solo aspettando di capire a che ora ci imbarchiamo», dice Lidia Cattani. «La compagnia ci farà avere i bagagli in un secondo momento, ma si parte. È la prima volta che mi capita una disavventura come questa. Poco male, l’importate è partire, anche se aspetteremo i bagagli».

Il signor Enrico, invece, indispettito un poco lo è: «Non sapevo nulla della protesta. Sono diretto a Riyad, in Arabia Saudita, via Roma. La coincidenza, con questi ritardi, sicuramente la perdo e c’è solo un volo alla settimana e rischio di perdere il mio viaggio di lavoro. Infastidito? Ovviamente, visto che mi toccherà a questo punto spostare il viaggio alla prossima settimana».

Un giovane ci ferma all’interno dell’aerostazione. «Giornalista? Lo scriva che qui stiamo facendo la collezione di bestemmie». Gianluca Alongi era a Venezia per lavoro e deve rientrare a casa a Palermo. «Il volo per Roma è stato cancellato e adesso non so che fare. Mi avessero avvisato quelli di Alitalia prendevo il treno per Roma e da lì prendevo un volo per Palermo. Ora mi dicono che mi devo fermare una notte in più a Venezia, pagano loro l’albergo. Io sono solidale con questi lavoratori ma non è possibile che i disagi li subiamo noi, cittadini quanto loro».

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