Aeroporto, il 21 novembre servizi di terra in sciopero

Quattro ore di protesta indetta dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl che chiedono l’adeguamento salariale previsto dal contratto nazionale  
TESSERA. Voli a rischio all’aeroporto Marco Polo, dove è annunciato un nuovo sciopero dei dipendenti delle società (handlers) che forniscono i servizi di terra alle compagnie aeree: servizio bagagli passeggeri e movimentazione delle aeromobili in pista.


Stavolta, però, a dichiarare quattro ore di sciopero (dalle 13 alle 17) per martedì 21 novembre prossimo, sono ben quattro sigle confederali – Filt- Cgil, Fit-Cislm, Uiltrasporti, Ugl-Trasporto Aereo – per protestare contro «la mancata applicazione del contratto nazionale del Trasporto aereo, nella Sezione specifica handlers per quanto l’adeguamento a partire dal 1 luglio 2017 della paga oraria, per il calcolo degli istituti variabili ed incentivanti, alla tabella comprensiva degli aumenti di decorrenza inserita nel medesimo articolo contrattuale». Al Marco Polo sono operativi tre handlers (Gh Venezia, Aviapartner, Wfs Italia) – ma è ormai prossimo il bando per ridurli a due con l’autorizzazione dell’Enac, su richiesta di Save spa, per ridurre la «competizione al ribasso delle tariffe di servizio» – che in totale, compresi gli stagionali, occupano circa 600 lavoratori. «Abbiamo ribadito in più occasioni» spiegano i sindacati che hanno indetto lo sciopero del 21 novembre « che tale comportamento è illecito e lede il diritto sia al rispetto dei patti che ad una corretta retribuzione delle spettanze contrattuali».


Il contratto in questione ha definito norme diverse ed anche costi diversi per ognuna delle sei sezioni del trasporto aereo. «Nella sezione handling» osservano i sindacati «la definizione di una clausola sociale è stato l'atto più importante a tutela di una concorrenza leale e a tutela dell'occupazione». I sindacati sottolineano inoltre che «negli ultimi mesi, durante gli incontri formali e quelli della procedura di raffreddamento svoltisi in Prefettura «Assohandlers, l’associazione di settore delle imprese, non ha neanche convocato le scriventi, mancando ad un obbligo di legge, nella seconda fase della procedura siamo stati convocati presso il Ministero del Lavoro, dove in quella sede nonostante l’intervento del responsabile ministeriale, dove appunto dava una corretta interpretazione dell’articolo e commi sopra citati, le aziende presenti hanno dato una lettura totalmente opposta non solo alla nostra ma alla logica del testo sottoscritto nel 2015».


«La mancata applicazione di quanto deciso» aggiungono i sindacati «apre una fase di conflittualità la cui responsabilità ricade interamente su Assohandlers e noi non fermeremo la protesta, finché non riconosceranno il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici al corretto pagamento delle maggiorazioni e alla corretta retribuzione, comprensiva dei dovuti arretrati dal mese di luglio 2017.
(g.fav.)


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